ORA BISOGNERÀ ASPETTARE una settimana per saperne di più: il corpus di opere sotto sequestro sono circa la metà di quelle inserite nel percorso e Palazzo Ducale – che si considera parte lesa, avendo agito con i consueti criteri di prudenza nella scelta di curatore e organizzazione della rassegna, affidata al partner abituale MondomostreSkira – ne è il custode giudiziale. Gli esperti sono al lavoro sui presunti Modigliani con radiografie e prelievi di pigmenti per risalire alla datazione corretta. E secondo quanto trapelato, le due consulenti delle indagini – per Roma, Mariastella Margozzi e per la procura di Genova, Isabella Quattrocchi – avrebbero non poche riserve sull’autenticità.
mercoledì 7 giugno 2017
Troppi Modigliani
"Farò distruggere i falsi Modigliani in mostra a Genova"Si complica giorno per giorno l'affaire Modigliani in ordine ai presunti falsi alla mostra di Palazzo Ducale a Genova
Claudia Claudiano Giornale - Gio, 22/06/2017
La maledizione dei falsi Modigliani
Il caso. Modigliani
nei pasticci: la procura della Repubblica mette sotto sequestro 21
opere della mostra a Palazzo Ducale di Genova: dubbi sulla loro
autenticità. Indagate tre persone, tra cui il curatore della rassegna
Rudy Chiappini
Arianna Di Genova Manifesto 15.7.2017, 21:40
Doveva fare un gran caldo anche quel 24 luglio del 1984 quando
dal fondale melmoso del Fosso Reale di Livorno vennero pescate alcune
teste che furono attribuite senza indugi a Amedeo Modigliani e che,
invece, si rivelarono essere le protagoniste di una delle burle più
clamorose della storia dell’arte. Da giorni si parlava di quelle
sculture e si andava setacciando il fango con grande ardore: l’artista,
secondo la leggenda, aveva seppellito le sue opere nel canale mediceo
prima di andarsene a Parigi, stufo di essere criticato da tutti per le
sue stranezze di «stile». E l’estate è ancora torrida, trentatré anni
dopo, quando Modì torna alle cronache, prepotentemente, per una vicenda
di falsi d’autore. Adesso, lo ritroviamo al centro di un caso
giudiziario, a pochi giorni dalle celebrazioni del suo compleanno (fu
proprio il mese di luglio a dare i natali all’illustre livornese, nel
1884).
LA PROCURA DELLA REPUBBLICA ha emesso ieri un
decreto di sequestro di 21 opere esposte nella mostra di Palazzo Ducale a
Genova, che ha dovuto chiudere i battenti in anticipo di due giorni per
togliersi dall’imbarazzo e per manifestare un po’ di rispetto per il
pubblico (circa centomila i visitatori da marzo a oggi).
L’accusa è che quei quadri non sarebbero autografi, ma dipinti fasulli –
almeno presunti tali, fino a che i rilievi scientifici non emetteranno
la sentenza. Tra gli indagati – tre persone – figura anche il
«timoniere» dell’esposizione, Rudy Chiappini, per vent’anni alla guida
del museo d’arte moderna di Lugano. Gli altri sarebbero un collezionista
internazionale e un curatore di Mondomostre Skira, la società che ha
organizzato l’evento. I reati contestati sono pesanti: falso in opera
d’arte, truffa e ricettazione.
L’inchiesta era partita lo scorso 22 maggio presso i Carabinieri del
nucleo operativo tutela patrimonio culturale di Roma, dopo che il
collezionista toscano Carlo Pepi aveva tuonato contro l’autenticità di
tredici opere sbarcate nel capoluogo ligure, presentando un esposto. Era
stato sempre lui, nell’84, a sostenere che le teste nel fosso fossero
uno «scherzo», mentre storici serissimi come Argan e Brandi erano caduti
nel tranello. «Nella mostra su Modigliani a Genova c’erano opere false
in modo talmente palese, che anche un bambino avrebbe potuto
accorgersene», ha incalzato Pepi. Pitture rozze, malfatte, croste da
rimanere sbigottiti, le ha definite, non meravigliandosi che il numero
dei sospettati sia cresciuto da quando qualcuno ha dovuto dar retta alle
sue rimostranze.
FRA I DIPINTI «INCRIMINATI», ci sarebbe il nudo
disteso divenuto il simbolo della mostra genovese (definito come il
ritratto dell’americana Celine Howard del 1918). Proviene da una
collezione svizzera privata e il suo pedigree potrebbe essere stato
creato ad hoc. C’è poi la Cariatide rossa, il ritratto di Soutine e
diverse nature morte a doppia firma Kisling/Modigliani (che però, dopo
le polemiche, avevano riconquistato in sala una didascalia meno
«pericolosa», con soltanto il nome di Kisling). Nelle expertise portate
come prova della veridicità delle opere, c’è anche la firma di Christian
Parisot, alla guida degli Archives Légales Amedeo Modigliani e finito
già agli arresti per contraffazione e certificazione di falsi
dell’artista nel 2012.ORA BISOGNERÀ ASPETTARE una settimana per saperne di più: il corpus di opere sotto sequestro sono circa la metà di quelle inserite nel percorso e Palazzo Ducale – che si considera parte lesa, avendo agito con i consueti criteri di prudenza nella scelta di curatore e organizzazione della rassegna, affidata al partner abituale MondomostreSkira – ne è il custode giudiziale. Gli esperti sono al lavoro sui presunti Modigliani con radiografie e prelievi di pigmenti per risalire alla datazione corretta. E secondo quanto trapelato, le due consulenti delle indagini – per Roma, Mariastella Margozzi e per la procura di Genova, Isabella Quattrocchi – avrebbero non poche riserve sull’autenticità.
Ma il curatore Rudy Chiappini si è difeso: «A Genova sono stati esposti
soltanto dipinti e disegni noti, accettati finora sdalla comunità
scientifica internazionale. Non ci sono state nuove attribuzioni».
Per Modigliani si annuncia un centenario agitatissimo (scoccherà nel
2020, anno della sua morte), così come naviga in acque tempestose anche
il catalogo ragionato delle sue opere. E a questa vicenda guarderà
senz’altro con trepidazione anche la Tate Modern, che è inprocinto di
dedicare all’artista livornese una grande mostra nel novembre prossimo.
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