domenica 10 settembre 2017
La mistica del sangue e del suolo nel nazismo
Paolo Lombardi, Gianluca Nesi: Sangue e Suolo. Le radici esoteriche del Nuovo Ordine Europeo nazista, All'insegna del giglio
Risvolto
«UN NUOVO EDEN». Così Adolf Hitler, nel luglio del 1941, descriveva lo
stato dell’Europa dopo la prevista vittoria nazista: un continente
ripulito da tutti gli individui razzialmente indesiderabili e unificato
politicamente ed economicamente, un continente in cui le merci avrebbero
viaggiato senza limiti, ma le persone (quelle vive, almeno) sarebbero
state segregate. Questa futura condizione fu l’oggetto di una meticolosa
pianificazione da parte delle SS ed esitò nel Generalplan Ost: il
progetto nazista per la nuova Europa. Questa sinistra visione non nacque
dal nulla; si alimentò nelle credenze della destra tedesca pre-nazista,
legata ai miti esoterici della purezza del sangue e del ritorno alle
radici razziali del popolo ariano. La prima generazione di nazisti,
formatasi in quegli ambienti, portò quei temi all’interno del movimento
nazionalsocialista e delle SS in particolare, seguaci di una teoria in
cui la purezza del sangue e l’appartenenza a un determinato territorio
si fondevano misticamente insieme, generando la credenza che per i
portatori di puro sangue tedesco fosse indispensabile, per la creazione
di un nuovo Rinascimento europeo, colonizzare i territori che
appartenevano di diritto a quel sangue puro, scacciandone le popolazioni
stanziali; fino a che, nelle seconde generazioni di nazisti, quest’idea
divenne pura tecnica di dominio dello spazio: il Generalplan Ost. Nella
storia di come dalle prime, oscure teorizzazioni della destra nazista
si giunse a questo progetto, si dispiega la parabola dell’adesione al
regime di gran parte delle classi dirigenti tedesche, sedotte da questa
forma di nazionalismo razzista, e quella del movimento nazista, avviato
verso l’estremo approdo del genocidio.
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