lunedì 2 ottobre 2017
La misura della Catalogna
Il governo spagnolo doveva fare - in maniera intelligente, però, e in modo da evitare vittimismi - ciò che da
comunisti avremmo chiesto a qualunque governo italiano, in caso di
imminente pericolo di secessione ovvero di attentato verso la democrazia
moderna.
Il colore politico contingente delle forze in campo
(che comunque non è univoco) non conta nulla, come nulla conta a
legittimare quanto accade oggi ciò che accadde quasi un secolo fa.
Contano soltanto la situazione concreta e le tendenze storico-politiche reali in atto.
All'estremo della reazione si collocano le forze secessioniste, e anche
per quelle per le quali è più facile, il richiamo alla Guerra civile
spagnola rimane solo un orpello retorico che rovescia il significato di
quegli accadimenti. Un ruolo oggettivo di progresso incarnano invece le
forze che difendono lo Stato nazionale, con tutti i limiti e le
contraddizioni di questo Stato, persino al di là della loro
consapevolezza e volontà.
La frantumazione regionale (che cavalca
le forme ideologiche più varie) e la formazione di assetti
geo-economici a geometria variabile sono parte integrante della
distruzione delle istituzioni democratiche. Essi non conducono affatto a
una riproposizione del processo democratico su scala continentale ma
impediscono semmai di pensare ad un processo di costruzione del Grande
Spazio europeo che salvaguardi l'equilibrio nei rapporti di forza
politico-sociali e costruisca nuove forme di redistribuzione del potere e
della ricchezza.
Siamo di fronte a un'irruzione della storia che
- come sempre accade - ci obbliga al giudizio politico e che sul
terreno politico, oltre che su quello teorico, ci prende le misure e
opera selezione.
In questo senso, la
brillante e chiarissima posizione di Podemos e dei comunisti spagnoli
sulla Catalogna - alla quale si accodano i comunisti in Italia per paura
di prendere posizione e di scandalizzare i benpensanti o per non perdere due o tre pezzi che te li raccomando -, è come se di fronte a una provocazione secessionista della Lega
noi avessimo chiesto federalismo, che già di per se è secessione
fiscale ovvero l'unica cosa che vogliono e che realmente conti.
Questa è invece, come dicevo, una occasione di selezione.
Non solo è impossibile l unità della sinistra, ma anche quella dei comunisti è una chimera per il prossimo secolo.
P.S.
Tutti
voi, del resto, recandovi in vacanza a Barcellona, avete potuto
constatare di persona il profondo stato di oppressione e umiliazione
nazionale dei catalani di oggi.
Sono persino costretti da leggi
autoritarie e razziste a contribuire alla fiscalità generale della
Spagna, sebbene con importanti eccezioni. E si vedono così espropriata
una quota importante delle loro tasse, nonostante la profonda differenza
etnica che distingue queste tasse repubblicane e anarchiche -
ingiustamente sottoposte a deportazione di massa - da quelle, chessò,
della miserabile e monarchica Estremadura, o dell'Andalusia franchista.
Come definire se non fascista, allora, la Spagna del 2017? [SGA].
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