venerdì 10 novembre 2017

Ancora su destra e sinistra, ancora più semplice

Badiale e Tringali, sostenitori del Mito Transpolitico "oltre destra e sinistra" - e dunque, temo, di un eventuale fronte trasversale che dovrebbe comprendere i fascisti sociali e forse anche Mario Draghi, tutti sostenitori di questa medesima tesi - mi criticano sul loro blog http://www.badiale-tringali.it:


Destra e sinistra in 593 caratteri 
Commentando sul suo blog un articolo di Roberto Chiarini, Stefano Azzarà ha scritto alcune righe in cui sintetizza, in modo ammirevole per efficacia e sintesi, la tesi sulla persistente attualità dell’opposizione di destra e sinistra. Ve le propongo qui 
"In realtà le cose sono semplici: la sinistra è il partito dell'emancipazione e del progresso ma poiché emancipazione e progresso conoscono la contraddizione, è anche il partito della totalità, della mediazione e della negazione determinata ovvero del riconoscimento e cioè è il partito dell'universale concreto. La destra è il partito del naturalismo (nelle sue diverse forme) e della discriminazione, il partito del particolare e dell'immediatezza, che nelle condizioni politiche ridefinite dopo la Rivoluzione francese può assumere però anche le forme dell'universalismo astratto e immediato" 
Secondo il mio contatore, sono 593 caratteri, spazi inclusi (ed escluse le virgolette che ho aggiunto io). Il tono è dogmatico, per l’ovvio motivo che l’argomentazione analitica di queste tesi di Azzarà riempirebbe alcuni libri, o forse alcune biblioteche. E lo stesso vale per eventuali tentativi di confutazione. Mi ha affascinato l’idea di provare a replicare esattamente nello stesso spazio da lui usato. Ecco il risultato 
"In questa opposizione, il capitale dove sta? Non a destra, perché è anti-naturalista, non a sinistra perché è anti-emancipatorio. Entro quelle categorie non si capisce né il capitale né il mondo. Il progresso è stato negli ultimi due secoli progresso del capitale: progresso economico e tecnologico e insieme, dialetticamente, progresso di emancipazione. Ma questa fase storica si è conclusa, e il progresso del capitale è oggi univocamente regresso dell’emancipazione. Qui sta la ragione vera che spiega l’attuale sinistra “progressista”, condannata ad essere o irrilevante o de-emancipatoria" 
Secondo il mio contatore sono anche questi 593 caratteri.



Non posso che rispondere in questa maniera. Il progresso o meno dipende dai rapporti di forza tra le classi nella situazione concreta e il capitale è progressivo quando questi rapporti sono più equilibrati, meno progressivo – ma comunque sempre più progressivo del feudalesimo – quando sono più squilibrati. E' ancora più semplice e sono ancora meno caratteri [SGA].

Nessun commento: