giovedì 23 novembre 2017
La guerra permanente come normalità: Fabio Mini
Risvolto
Il ciclo della guerra permanente fatto d’instabilità, paura,
distruzione, ricostruzione e profitto da trasformare in potere per
creare altra instabilità non si esaurirà mai. Se non riusciranno a
spezzarlo, le prossime generazioni dovranno abituarsi a vivere in uno
stato permanente di follia collettiva e di paura.
Quanto
concreta è oggi la prospettiva di un conflitto su scala globale? Secondo
l’autore la vera domanda non è se ci sarà una guerra (sì, ci sarà), ma
che guerra sarà. La tecnologia ha introdotto nuovi armamenti, i sistemi
di comando e i metodi operativi si sono affinati e specializzati, i
combattimenti a controllo remoto e le piattaforme robotizzate sono già
una realtà. Anche la disumanizzazione dei conflitti è un dato di fatto:
il soldato non fa più domande e il robot dà solo risposte programmate.
Meno prevedibile è invece l’atteggiamento mentale di chi ha ed avrà il
potere di usare questi strumenti. Ma anche qui le alternative sono
poche: o la strategia seguirà la tecnologia fino a farsene schiava o la
oltrepasserà, con esiti inimmaginabili. Nel bene o nel male.
Nel libro del generale Fabio Mini un'analisi geopolitica delle aree calde e una rassegna delle nuove armi in via di sviluppo. Ma la tecnologia da sola non è in grado di decidere le sorti di un conflitto
Matteo Sacchi Giornale - Dom, 19/11/2017
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