sabato 9 dicembre 2017

Alba di una Nuova Modernità o ulteriore dissoluzione postmoderna delle identità storiche? Fischi per fiaschi


Bisogna essere del tutto estranei alla politica per dire certe cose: la modernità è rivoluzione e progetto di emancipazione; oggi siamo nel pieno di una controrivoluzione [SGA].

Roberto Mordacci: La condizione neomoderna, Einaudi

Risvolto
Il postmoderno è morto. La tesi che proclamava la «fine» di ogni cosa (soggetto, verità, storia, morale) non è piú capace di intercettare i movimenti epocali del presente. Il postmoderno non ha compreso le sfide create dalla crisi di una parte della modernità: positivismo e idealismo hanno infatti radicalizzato alcune intuizioni moderne, finendo però per tradirle profondamente. I postmoderni hanno rigettato quei travisamenti insieme alla radice sana, rifiutando in blocco la modernità. Ora, dopo il fallimento di quella diagnosi, ci troviamo in una nuova modernità. I problemi dell'Europa fra Cinquecento e Seicento si ripresentano su scala globale e in forma accelerata: conflitti politici ed economici sostenuti da ideologie religiose, mutamenti radicali di scenari culturali e geopolitici, rivoluzioni scientifiche che cambiano la percezione dell'umano. Di fronte a queste sfide, tornano a essere necessarie e credibili proprio le idee moderne che il postmoderno credeva finite e che abbiamo bisogno di ripensare. 

Non è col senso di colpa né con l’idea di un declino volontario che si può stare sulla scena della storia ma solo con senso di responsabilità e fiducia. Il saggio di Roberto Mordacci

Avvenire Simone Paliaga giovedì 7 dicembre 2017 

Nessun commento: