mercoledì 24 gennaio 2018

Bagnai e buoi dei paesi tuoi: fine ingloriosa del discorso No Euro a sinistra e di ogni possibilità di affrontare seriamente la necessaria critica dell'UE

In nome dell'uscita dal cattivissimo Euro che ha impoverito i ceti popolari... il furbissimo economista del popolo sostiene la Flat Tax!
Siamo alle comiche.

A destra sta l'UE, verso destra si esce dall'UE, perché a destra - in un caso o nell'altro - sono e saranno ancorati per lungo tempo i rapporti di forza reali.

Non è che tolto l'euro scompaiano i padroni, lo sfruttamento, la forbice tra profitti e salari e gli stronzi opportunisti: Il nostro compito è esattamente ribaltare questi rapporti, non immaginare soluzioni miracolistiche che ci esonerino dal lavoro necessario.

Purtroppo viene confermata la tesi per cui se la costruzione dell'Unione europea è stata certamente un momento importantissimo della rivincita neoliberale - e anche questo non in sé ma in quanto realizzata in una fase di profondo squilibrio nei rapporti di forza tra le classi che maturava già da decenni -, anche la critica immediata dell'Unione europea è totalmente egemonizzata a destra, tanto che ogni progetto o fantasia propagandistica di uscita conduce oggi esso stesso a destra. Sino a trascinare con sé anche i presunti super partes (in realtà destri di tre cotte già nella culla), i quali a loro volta trascinano a destra gli allocchi.

E' vero: a differenza della nascita dello Stato nazionale, quando il processo di unificazione politica e territoriale coincideva con un parallelo processo di emancipazione dei subalterni e di progresso nei rapporti di forza, la costruzione dell'UE rappresenta un regresso rispetto alla democrazia nazionale stessa (che ha costituito il luogo storico del maggior potere accumulato dai subalterni) e si colloca dunque in un contesto di restaurazione. Tuttavia i processi storici sono irreversibili e il ripristino di una dimensione nazionale - ma siamo sicuri che torneremmo allo Stato nazione? Oppure sarebbe più probabile la nascita di entità geo-economiche variabili in stile Catalogna? - non coinciderebbe automaticamente con un movimento di ripristino di quei rapporti di forza favorevoli ma correrebbe ancora sempre in parallelo ad un ulteriore peggioramento e squilibrio sociale.

Ho fatto bene allora in questi anni a perculare i fans di Bagnai, massimo esperto mondiale televisivo di bagnaiologia vanesia.

Spiace invece per quei compagni - alcuni anche bravissimi sul piano teorico - che dimenticano come ogni fenomeno o processo assuma senso solo se commisurato all'andamento del conflitto di classe, e che perciò si sono fissati feticisticamente sull'euro e in generale sulla moneta. Come se cambiare moneta possa magicamente sopperire al drammatico deficit di unita, forza e coscienza dei subalterni, unico fondamento di una politica emancipativa perché unica leva che sposta i rapporti di forza.
Altra cosa è invece la critica - legittima e sacrosanta - dell'assetto della convergenza europea (un fenomeno che nasce alla fine del XVIII secolo) e dei processi reali che ci hanno condotto sino a questo vicolo cieco [SGA].

P.S.
L'argomento per cui la sinistra - matrigna - avrebbe isolato quel cucciolo di Bagnai spedendolo nelle braccia della Lega descrive in maniera impietosa lo stato di analfabetismo politico e culturale nel quale siamo precipitati.
L'esempio non è calzante, perché Bagnai è sempre stato di destra già come tipologia umana. Ma diciamo che è come se gli innumerevoli quadri comunisti che di volta in volta sono finiti in minoranza nella Germania di Weimar, per mantenere alta la fiaccola della Causa e rieducare la KPD... si fossero candidati nella NSDAP.
Il suo nome sia d'ora in avanti sinonimo di infamia e nessuno osi più avvicinarsi a lui.
La nostra mancanza di autonomia è spaventosa e si concretizza in una forma di feticismo che è il contrario del materialismo storico.

Nessun commento: