mercoledì 28 febbraio 2018
Virginia Woolf nello sguardo dei contemporanei
Risvolto
Virginia bocca sporca d'inchiostro. Virginia
ginocchia spigolose sotto la lampada e sigaretta nel bocchino. Virginia
madonna beffarda e regina di Bloomsbury. Virginia che danza attorno a
Vanessa come una libellula attorno a una ninfea. Virginia che prega
Léonard di fermare l'automobile all'incrocio del negozio di
antiquariato. Virginia su uno sgabello a conversare di Proust con un
libraio parigino. Virginia su una poltrona sfondata alla Hogarth Press.
Virginia umbratile e crepuscolare, Virginia depressa, Virginia spassosa,
Virginia corrente d'acqua adamantina. Virginia creatura completamente
poetica. "Virginia Woolf e i suoi contemporanei" è un'antologia di
confessioni, corrispondenze, racconti e brevi interviste raccolte nella
crepa fra bellezza e realtà - là dove Virginia Woolf, protesa dal verso
poetico, afferrava brandelli di vita quotidiana per trasformarli in
prosa. È un florilegio di memorie promiscue, ventisette in tutto - dal
«buon vecchio» T.S. Eliot all'Orlando/Vita Sackville-West, dai fratelli
Lehmann a E.M. Forster e Christopher Isherwood, alla nipote Angelica o
all'amica Barbara - che ricompongono il fiero profilo aquilino, quasi
ascetico, di una Virginia squisita e claustrale; la prepotente
sensualità del suo genio; la violenza critica della sua lingua;
l'impertinenza vorace della sua curiosità. Perché attraverso la voce
degli altri riemerga dal fondo di un fiume nei pressi di Rodmell la sua,
bassa e gutturale come un vecchio velluto rosso. La nuova edizione di
Virginia Woolfe i suoi contemporanei curata da Liliana Rampello è un
tributo umano a questa visionaria sperimentatrice, in guerra con il
mondo ma del mondo profondamente entusiasta, per ricostruire l'intima
stanza che Virginia reclamava tutta per sé. Una stanza in cui alla
scienza del lutto si sostituisce una disperata "joie de vivre" e in cui
l'atto della scrittura si trasforma nel tentativo di catturare la vita
stessa.
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