martedì 6 marzo 2018
Andare avanti con PAP per non tornare indietro con Bersani e Fratoianni. Ripensare PAP, unire i comunisti sulle cose, ricominciare da zero
E' andata come ampiamente previsto e cioè nell'unico modo possibile.
Lo scenario è quasi il peggiore immaginabile, perché il quadro è slittato enormemente più a destra di quanto già non fosse. Solo se ci fosse una chiara maggioranza Di Maio-Salvini o Salvini-Di Maio sarebbe peggio.
A questo punto, un PD che non fosse in stato confusionale ma fosse ancora in grado di fare politica, scaricherebbe immediatamente Renzi e offrirebbe sponda a un governo Di Maio per ridurre il danno: prevenire un asse con Salvini e cominciare a logorare i 5Stelle, costringendoli a scegliere le alleanze e seminando in questo modo contraddizioni nel loro elettorato.
Quanto a PAP, speravo di più (tra l'1,5 e il 2%) ma il mio vero dubbio era se LEU sarebbe riuscita a superare lo sbarramento o meno: purtroppo ce l'hanno fatta, seppur per poco, e continueranno perciò a rappresentare la "sinistra" ufficiale, con tutto il danno che ne consegue.
Per il resto, niente di nuovo sotto il sole: sappiamo che il 3% è stato mancato non certo adesso ma l'anno scorso, anzi due anni fa, anzi addirittura dieci anni fa. E cioè il 3% è stato mancato in primo luogo per il tempo perso dai brioscini di ogni risma a inseguire o aspettare il fantasma del centrosinistra o la sua controfigura brancaccia e per aver scelto la strada dell'autonomia senza convizione e solo per mancanza di alternative.
Se avessimo cominciato a tempo debito ce l'avremmo fatta.
Adesso bisogna andare avanti con PAP, senza mandare tutto all'aria come al solito, proprio per evitare di ripetere al prossimo giro gli errori fatti sistematicamente ad ogni tornata elettorale dal 2008 a oggi.
Bisogna andare avanti con PAP, inoltre, anche per evitare che le forze organizzate tornino a guardare a Fratoianni e persino a Bersani, come già qualcuno sta facendo.
Ovviamente, molte cose però in PAP vanno ripensate, a partire da una riattivazione del ruolo delle forze organizzate - e possibilmente dall'avvio dell'unificazione dei comunisti sul terreno dei problemi concreti - e da un ritorno con i piedi per terra per la componente "di movimento", che ha portato la croce ma ha fatto anche molti danni (sebbene meno di quanti ne abbia fatti Rifondazione).
Ci attendono decenni di ricostruzione ma era esattamente quanto già sapevamo e ci eravamo detti quando, già alla prima assemblea autoconvocata, anticipavamo che sarebbe stato solo un inizio, che le elezioni non sono la cosa più importante, bla bla.
Oppure qualche buontempone pensava di poter prendere il 3% con una lista fatta due settimane prima? [SGA]
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1 commento:
Non sono d'accordo. Mi sembra che ripararsi dietro al fatto che la lista è nata pochi mesi fa sia un argomento assai debole. La gente non è completamente scema e tutti sapevano che PaP è il rassemblement delle varie forze del microarcipelago di sinistra radicale, RC, PCI, Rete, Sinistra anticapitalista, più un pò di centri sociali sparsi, tutt'al più con la facciata riverniciata, data dal fatto che l'idea è partita da un centro sociale napoletano. Ma insomma, la minestra era ed è quella. L'1% è un risultato misero e anche le reazioni a quella che è una evidente debacle (di cui non mi beo affatto...) è la dimostrazione dell'autoreferenzialità della lista, proprio per questo impossibilitata a parlare in linea teorica alla maggioranza delle persone. La stessa Viola Carofalo, in un video diffuso su FB ha dichiarato che è stato importante essersi contati... Se non è questo un atteggiamento autoreferenziale (e minoritario...) non so cos'altro potrebbe esserlo. Invece di avviare una seria riflessione autocritica si preferisce scaricare come al solito tutto all'esterno "E' un paese razzista, che va a destra, populista, siamo i resistenti sotto assedio..." ecc. Mi pare un atteggiamento molto poco dialettico e molto poco politico. Penso che la strsda da imboccare sia tutt'altra., ma, ovviamente, non se ne può parlare digitando su una tastiera...
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