lunedì 5 marzo 2018

Governo giggino governo salvino. Bannon è contento. Fugga chi può

Ripropongo un post facilmente profetico di qualche giorno fa, prima che FB bloccasse il mio account, aggiungendo questa considerazione: la questione delle migrazioni dei popoli è la questione centrale che spiega questi risultati e apre una fase che durerà per un lunghissimo periodo. Si tratta di un capolavoro delle classi dominanti, le quali riescono a scaricare nella forma di una guerra di classe tra poveri camuffata da guerra di razze il processo di concentrazione di ricchezza con il quale hanno reagito alla crisi della globalizzazione.
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Elezioni 2018: siamo alla vigilia di un catastrofico slittamento a destra

Siamo alla vigilia di un gigantesco e terribile mutamento, perché le elezioni del 4 marzo segneranno un ulteriore catastrofico slittamento a destra del quadro politico complessivo di portata ancora più radicale rispetto a quanto già avvenuto negli ultimi trent'anni.

Non si tratta del fascismo alle porte ma del compimento del percorso neoliberale del paese ovvero della fine conclamata della democrazia moderna e dei suoi equilibri di classe. Tutte le forze nelle quali si esaurirà la rappresentanza, o quantomeno la rappresentanza più significativa, condividono infatti un consensus nel quale la ri-naturalizzazione del capitalismo e la riscoperta della selva - sul mercato del lavoro e nelle relazioni tra classi, nazioni, individui, etnie - costituiscono il dato di fondo.

Ai socialdemocratici sta per toccare la sorte che loro stessi riservarono ai comunisti e saranno completamente estromessi dall'ambito della significatività politica, riducendosi a appendici inessenziali o a testimonianze.

L'auspicio è che Potere al Popolo, comprendendo la necessità di ricominciare da zero, possa non solo costituire un rifugio per chi viene dal passato ma anche traghettare ciò che non è e non sarà mai più in ciò che non è ancora [SGA].


 
 
 
 







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