giovedì 29 marzo 2018

Il più grande furto della storia e il ruolo del governo giggino-salvino nel conflitto tra le classi sociali. Assange e CGIL votano 5Stelle. Il silenzio di PAP




















Da 130 a 180 miliardi annui di evasione fiscale: è questo il più grande furto della storia, che ogni anno diversi milioni di italiani perpetrano nei confronti di altri milioni di italiani. E' questo l'aspetto decisivo della lotta di classe nel nostro paese perché è il fondamento del blocco sociale egemone, che unisce il piccolo evasore di necessità al criminale seriale e fa guadagnare al secondo la solidarietà del primo.

Senza questa ruberia, che fa sì che i ceti a reddito fisso paghino le tasse e i servizi al posto dei ricchi, consentendo loro di viaggiare, mandare i figli a scuola, curarsi, questo paese sarebbe un paradiso.
Da decenni ormai sentiamo sbraitare contro le ruberie dei politici o contro le banche e la finanza. Di fronte allo scandalo dell'evasione fiscale da parte degli autonomi, dei liberi professionisti, delle imprese - che fa impallidire i quattro spiccioli trafugati dalla "casta" e che è consustanziale alla corruzione sistemica della struttura economica nazionale - nessuno però osa dire una parola.
Eppure la difesa del lavoro subordinato era la ragion d'essere stessa della sinistra.
Basterebbe questo per recuperarla: non riesco invece a spiegarmi perché, pur avendo un argomento potenzialmente esplosivo da poter cavalcare cercando il consenso di milioni di persone e lavorando alla costruzione di un nuovo blocco sociale, anche PAP ignori questa tematica. Che assieme al lavoro, alla scuola e alla sanità dovrebbe essere l'unica cosa di cui occuparsi.
Magari al ritorno da Afrin, certo [SGA].



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