martedì 10 aprile 2018
"Intellettuale dissidente" o il solito intellettuale di destra e rozzobruno che fa il furbastro?
Più che a "intellettuali dissidenti" (e "dissidente" è già una parola con una storia ben precisa) siamo di fronte a intellettuali di destra che pigliano all'amo intellettuali di sinistra in confusione, agitando l'argomento del "superamento di destra e sinistra" o adescandoli con qualche prelibatezza come il sovranismo o l'eurofobia.
Si tratta di una chiara operazione egemonica che mescola Malaparte e autodeterminazione dei popoli, curiosità culturale e "anticonformismo" celodurista (orgoglio etero, bianco, popolaresco), per fingere una inesistente "terza posizione".
Poiché la destra è a corto di argomenti e dalla fine della Seconda guerra mondiale rimescola sempre le stesse tre carte stantìe per camuffare il proprio particolarismo di fondo (Marinetti, Prezzolini, Gramsci ridotto a Spengler, un Pasolini distorto e vilipeso, Che Guevara nazionalista e machista...), seguirla sul suo terreno è stupido.
Legittimarla significa sbagliare l'abc, scordare le tabelline del 2 e del 3: è cosa vecchia e funziona solo con quelli che non hanno letto il Manifesto di Marx e Engels o quando lo hanno letto hanno saltato le ultime pagine, quelle sul "socialismo" feudale, piccolo-borghese, nazionale, tedesco, ecc. ecc.
Purtroppo però costoro sono assai di più di quello che immaginiamo.
E' per questo, ad esempio, che possono esserci persone che erano di sinistra ma che vanno a destra "per combattere l'Euro"
Se nel tuo economicismo a-dialettico sei convinto che l'Europa e l'Euro siano niente meno che la contraddizione principale, se pensi addirittura che l'UE sia il IV Reich che procede per "annessioni" di pezzi del continente, come pure è stato detto, allora è chiaro che contro il nuovo nazismo non devi avere scrupoli. Non devi guardare in faccia nessuno. E di fronte al crollo ignominioso del tuo stesso fronte, sei ormai libero di rinnegare quelle appartenenze che non vogliono riconoscere la Luce che hai acceso loro e che le salverebbe, e si attardano a baloccarsi con vecchie categorie, scrupoli e valori.
Con il nazismo non si scherza! A quel punto, come del resto nel momento del bisogno fecero con spregiudicatezza i nostri padri politici, devi allearti con chiunque possa offrire una sponda nella Battaglia di tutte le Battaglie: persino con i 5 Stelle, persino con la Lega, persino con i "sovranisti", domani chissà con chi. Soprattutto se questi, che già da tempo hanno lanciato un'operazione egemonica e hanno occupato tutto il campo, danno mostra di prestarti ascolto e ti lusingano.
E' questo il ragionamento che ha portato molti ex compagni a lasciarsi trascinare a destra e molti altri ne porterà: una derivazione che è anche una consolazione e un modo per gestire il senso di colpa e rimuovere la vergogna. Convincendosi di non essere in contraddizione con il proprio sé e la propria storia, ma che gli altri - che non capiscono e si ostinano a non aprire gli occhi -, invece, lo siano.
Cosa sarà mai questa storia ormai conclusa, a fronte di quell'enorme scoperta che hai fatto e che mostra il mondo con un volto nuovo? A quel punto tutto si confonde, come accadde al vecchio Preve: non sarà la destra, in realtà, la vera sinistra? Non era la sinistra, in fondo, la destra?
L'errore vero è però monte: nella nostra miseria, che ci lascia soli, l'incapacità di pensare la totalità, che costringe a un'idea assai misera di "economia" e al feticismo, ossia un'idea che è già tutta neoliberale.
Alcuni di coloro che hanno pensato così sono irrecuperabili. Altri non vale la pena tentare di recuperarli. Per alcuni - pochi - è invece necessario fare almeno il possibile.
Che poi, per dire: nel determinare il vostro disagio sociale - precarietà, ricatti, salari da fame, costo della vita, sanità privatizzata, scuole a pezzi ecc. ecc. - incide più l'Europa o l'evasione fiscale, che da sempre è il male endemico del paese e costituisce il fondamento economico dell'egemonia dei ricchi (i quali ottengono facilmente il sostegno dei piccoli evasori di necessità)?
Perché tutti sono pronti, per quanto a parole, a grandi battaglie sull'Europa e non litighiamo mai invece sull'evasione fiscale, che è anch'essa lotta di classe dei ricchi e sulla quale potremmo intervenire assai facilmente?
Perché poi tra le tante nefandezze dell'euro non si ricorda mai il più grande latrocinio della storia italiana, quando nel giro di una notte gli autonomi raddoppiarono i prezzi a danno dei lavoratori dipendenti a reddito fisso, appropriandosi di gran parte della loro ricchezza?
Perché nemmeno una lacrima bagnaia, nemmeno due etti di indignazione giggina?
Lo stesso potrebbe dirsi per le migrazioni dei popoli
[SGA].
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento