giovedì 17 maggio 2018
Fumaroli e la Repubblica delle lettere
Risvolto
Nel corso degli anni, Marc Fumaroli ha studiato e frequentato
assiduamente «quella società ideale, e ciò nondimeno reale, che fino
alla Rivoluzione francese oltrepassò la geografia politica e religiosa
dell'Europa via via umanista, classica, barocca, neoclassica, avendo
costantemente l'Antico come patrimonio e oggetto di riflessione», e che
«si è essa stessa chiamata per quattro secoli e in tutte le lingue
Repubblica delle Lettere». Questo volume raccoglie l'essenziale di
quanto egli ha scritto sull'argomento, che proprio grazie a lui è
tornato a essere ineludibile in qualsiasi riflessione sulla cultura
europea. Nata con la contagiosa passione di Petrarca per far riemergere a
forza di scavi il tesoro disperso e sepolto dell'antica humanitas e della sua urbanitas,
e sviluppatasi nella Firenze di Marsilio Ficino, «quella società di
amici e di uguali» ha attraversato i secoli, trasferendo via via la sua
capitale da Firenze a Roma, da Roma a Venezia, e da qui a Aix e a
Parigi, che sarà in concorrenza con Londra e Amsterdam. Sulla scorta di
quello che Fumaroli definisce «il sublime trattato Del Sublime»
– e che indica un solo modo per «sfuggire alla sterilità moderna», per
«isolarsi dal proprio tempo di decadenza»: volgersi alle grandi epoche,
tornare a quei capolavori del passato «che hanno qualcosa di divino» –, i
membri della Repubblica delle Lettere («grandi anime, nate troppo
tardi») hanno a lungo costituito, grazie soprattutto allo scambio
epistolare, quella che potrebbe essere stata anche l'unica entità
sovranazionale felicemente riuscita, «una grande città invisibile e
salda».
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento