lunedì 25 giugno 2018
Un'intervista sul marxismo, la sinistra e l'Europa, PAP, rozzobrunismo, crisi politica e l'universo mondo...
D. Stefano, da anni ti troviamo in prima linea sul fronte
ideologico della lotta di classe. Tra gli strumenti che metti a
disposizione c’è una rivista, di cui sei fondatore e direttore
scientifico: “Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e
scienze umane”. Un titolo che richiama i fondamenti stessi del marxismo
che tra il popolo tutto, non solo quello che lavora solo con le mani,
non gode di ottima salute. Da cosa nasce, dunque, l’esigenza di
un’iniziativa così controcorrente e qual’è stata la reazione del mondo accademico italiano ed internazionale?
R. In prima linea mi pare troppo. Diciamo dal
divano, visto che non faccio più militanza attiva dal 2009, quando sono
stato espulso da Rifondazione Comunista…
Il marxismo come materialismo storico, che è una
cosa ben diversa dall’economismo oltre il quale molti compagni non
riescono ad andare, ha rappresentato un salto nell’evoluzione delle
forme di coscienza dell’umanità che dobbiamo considerare irreversibile:
come è accaduto dopo la rivoluzione scientifica copernicana, dopo il
marxismo nulla può essere più come prima nell’analisi della realtà;
chiunque pretenda di capire il mondo senza confrontarsi con esso, sia
pure per contestarlo, difficilmente potrebbe essere preso sul serio.
Questo vale anche in ambito accademico, dove coloro che vogliano
studiare la società e le sue forme espressive non possono evitare,
anche volendo, di utilizzare il concetto di classe sociale...
Continua su La Città Futura
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Ciao Stefano, sono un lettore del tuo blog. Ho saputo leggendo Contropiano della scomparsa del prof. Domenico Losurdo e colgo l'occasione per fare le mie condoglianze. Federico.
Posta un commento