venerdì 18 gennaio 2019

Lo strano caso del compagno Freccero, intellettuale dissidente dal Gabibbo all'Antidiplomatico passando per Salvini


Per quanto la natura e la statura intellettuale del personaggio la rendano comica e vicina alla commedia all'italiana, la vicenda Freccero è sintomatica del continuo trasformismo subalterno dei ceti intellettuali italiani, fragili e disorganici nel loro narcisismo perennemente alla ricerca di nuovi padroni. "Semicolti", direbbe qualcuno!

 Nelle precedenti esperienze in Rai, Freccero era considerato un referente della sinistra e persino di quella radicale, un po' come un La Porta francofono e dunque più glamour. Oggi, folgorato sulla via del sovranismo dopo la rapida lettura di alcuni articoli su autorevoli testate on line impegnate nel bufalarismo artigianale, è un sostenitore del governo grillo-leghista - e per questo è stato miracolato - pur continuando ad ammiccare al suo vecchio pubblico, che lo apprezza e del quale condivide la saldezza dei principi e la parabola ideologica.

Freccero si forma ormai millanta anni fa nell'ambiente del situazionismo debordiano. Alla ottusa chiusura dei comunisti vetero ma anche revisionisti di fronte ai media, i veri rivoluzionari - come lui ritieneva di essere - dovevano contrapporre un diverso atteggiamento. Preso atto che il capitale è ormai spettacolo, bisogna sfidarlo sul suo terreno e cavalcarne strumenti e forme espressive, detournando però i suoi significanti in chiave sovversiva. Il simbolico è il campo di battaglia principale: si tratta di disseminare un immaginario libertario e postcapitalistico alle spalle del sistema e al suo interno.

Il situazionismo finisce però per essere un pezzo della Rivoluzione passiva. Per fragilità intrinseca al suo progetto culturale e per via dei rapporti di forza vigenti, viene facilmente riassorbito. Partito per cavalcare, finisce perciò inevitabilmente cavalcato e detournato e diventa una tecnica pubblicitaria e una via di fuga dei creativi di sinistra dalla ideologia orientale e dal moralismo pauperista, verso la società dei consumi e la ricchezza.

Il situazionismo è dunque una forma importante del postmoderno, come tutta la attività di organizzatore culturale di Freccero dimostra. E' la strada che dalle avanguardie novecentesche porta dritta fino al Gabibbo.

Salvini nomina oggi Direttore del Popolo, perciò, colui che il Popolo più dovrebbe odiare, come esponente non solo della sinistra ma della sinistra nichilista postmoderna del relativismo universale, del desiderio del consumo e del l'individualismo assoluto. Come l'emblema del radical chic intellettualoide e salottiero, amante del bizzarro e della trasgressione arisocratizzante dei mores.

E lo stesso dovrebbe valere per i comunisti cossssì, che per il proletariato bianco e la centralità dello Stato interventista si sono fatti piacere Salvini proprio - dicono - a causa di quella sinistra frufru di cui Freccero è capostipite.

Anche in questo caso la categoria di "tradimento" non aiuta: che invece sia il Popolo che gli ex comunisti ne facciano oggi il proprio campione antidiplomatico e vendicatore non è infatti contraddittorio, ma dimostra semmai semplicemente che la rivolta tanto di moda contro i valori della globalizzazione non ha nulla di realmente rivoluzionario ma è solo un nuovo aspetto del medesimo postmodernismo.

Nel quale tutto può essere anche il contrario di tutto e Freccero - divenuto un intellettuale dissidente poiché il tempo è mera attualità dell'evento - può abbracciarsi alla gente comune. Pur avendo studiato, va detto, e pur avendo una carta di credito decisamente più ricca della social card del reddito di gigginanza [SGA].

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