domenica 13 ottobre 2019

Il vichingo nero

Risultati immagini per Il Vichingo NeroBergsveinn Birgisson: Il Vichingo Nero Iperborea pagg. 448 euro 20

Risvolto

Tra autobiografia, romanzo e saggio storico Il vichingo nero racconta di uno straordinario personaggio vissuto nel IX secolo d.C.: uomo di mare, cacciatore e viaggiatore, da molti considerato il re dell’Atlantico. Un libro che ha qualcosa da regalare a chiunque abbia l'avventura di leggerlo. 
Nella Norvegia del IX secolo, alla corte reale del Rogaland, nasce Geirmund Pelle Scura, destinato a diventare il «vichingo nero», cacciatore, viaggiatore, pioniere, definito «il signore dell’Atlantico» e «il più illustre tra i primi colonizzatori d’Islanda». Figlio del re Hjör e di una donna sami della Siberia, discriminato fin da bambino per i suoi tratti mongoli, Geirmund viene inviato nell’estremo Nord, fra le tribù del mitico Bjarmaland, prima di partire all’esplorazione dei fiordi islandesi. Qui costruisce il suo impero sulla caccia al tricheco, di cui ha imparato ogni segreto dai bjarmi, e sul commercio internazionale dei prodotti derivati che sono alla base dell’economia e dell’arte navale vichinghe – l’olio ricavato dal grasso, le corde realizzate con la pelle e le preziose zanne – grazie alla manodopera di centinaia di schiavi cristiani catturati in Scozia e Irlanda. Perché esistono così poche fonti su di lui e nessuna saga ne ha tramandato le singolari imprese? Lo scrittore e filologo Bergsveinn Birgisson si mette sulle tracce sperdute di questo suo misterioso antenato per ricomporne la storia dimenticata. Una ricerca che spazia tra archeologia, antropologia, genetica, biologia, linguistica, ecologia, dove la scienza richiede il contributo della poesia e dell’immaginazione. Un viaggio nell’epico mondo di Ragnarr e Harald Bellachioma in cui l’autore scosta il velo della leggenda e sfata il mito fondativo dell’Islanda, riportando alla luce l’avventura di «imprenditori» scaltri che si insediarono in questa terra vergine per sfruttarne economicamente le risorse, prima che gli eroi delle saghe vi trovassero una nuova patria e la libertà.

I vichinghi non sono supereroi 

Dalle serie tv al film su Thor, amiamo le loro avventure in salsa fantastica. Ma ora uno studioso islandese ci racconta la vera storia

Robinson 11 10 2019 di Piero Melati
È come se i grandi ghiacciai della falda terrestre nordamericana, simboliche e colossali casseforti della memoria, sciogliendosi avessero liberato e sparso per il mondo un segreto congelato per millenni. All’improvviso la civiltà norrena, misteriosa biosfera culturale dei vichinghi, ha bussato nelle nostre case, con miti e leggende. Ha iniziato la Marvel, gigante americano del fumetto, quando nel 2011 ha varato la trilogia cinematografica dedicata al figlio di Odino, il nordico Thor dal magico martello ( primo film diretto da Kenneth Branagh). Ha proseguito la serie tv Vikings, girata in Irlanda, giunta alla quinta stagione e ispirata a fatti reali. Un universo barbarico e brutale si è rimesso come per incanto a parlare con noi, dall’abisso della storia trapassata.
Ma finora si era trattato, per lo più, di cucinare uno stile di vita per noi inconcepibile in chiave fantastica, a scopo di intrattenimento. Non era stato sperimentato, come dice Bergsveinn Birgisson, islandese, filologo e studioso di cultura norrena, l’uso di «entrambi i lobi cerebrali », ricucendo in unica tela i frutti di una ricerca rigorosa con l’espansione immaginaria permessa dalla letteratura. Ne è venuto fuori un lavoro, Il Vichingo Nero ( Iperborea) che non ha paura di correre spericolatamente tra l’attendibilità del documento e suggestioni alla Moby Dick.
Del resto, la materia si sposa con simili acrobazie. Già il creatore di Vikings, Michael Hirst, aveva così dichiarato il suo intento: « Mostrare un lato nuovo dei vichinghi, che non li dipingesse solo come saccheggiatori e stupratori » . Per farlo, nella serie, non solo aveva resuscitato personaggi reali ( re Ragnar, per esempio, è ispirato al sovrano che avrebbe regnato su Svezia e Danimarca alla fine del IX secolo) ma rimesso in moto ad uso televisivo ben quattro lingue morte: latino, antico norreno, anglo-sassone e franco.
Birgisson si spinge oltre. Si mette a caccia di un suo antenato di 1100 anni fa, da cui lo separano ventisei generazioni prima del trisnonno. Si chiama Geirmund Pelle Scura. È un’ombra, poco più di un fantasma. A lui non sono state dedicate neppure le scarne saghe tramandateci nei secoli. Eppure, dice Birgisson, il Vichingo Nero è stato il fondatore dell’Islanda. Le sue avventure attraversano quattro paesi: il Rogaland in Norvegia, il misterioso Bjarmaland ( regione siberiana terra della madre), l’Irlanda ( dove si insedierà nei pressi di Dublino), l’Islanda, di cui fu il principale colonizzatore.
Il nostro eroe nasce ottocento anni dopo Cristo. In che mondo? Le città più grandi del pianeta sono Istanbul, Baghdad e Xi’an, in Cina. In Guatemala i maya strappano ancora il cuore ai sacrificati, gettando i loro corpi dalle piramidi di Tikal. Mori e saraceni risalgono il Tevere, per assediare il trono di Pietro. I vichinghi, nel frattempo, salpano dal Rogaland in Norvegia occidentale e mettono a segno la prima incursione in Irlanda. Sono i signori della leggendaria via del Nord. Tra di loro non c’è ancora traccia del culto del " Cristo bianco", la nuova religione diffusa in Europa con la spada da Carlo Magno. Qui, in mare aperto e verso i ghiacci, si nasconde il grande serpente primordiale, l’arcobaleno viene considerato un ponte verso il cielo, i trapassati dimorano nei grandi tumuli sacri edificati lungo le coste, le donne hanno diritto a divorziare e risposarsi.
C’è una sola novità, in questo mondo di gelo e di vulcani, a testimoniare la presenza dell’inventiva umana nel ciclo eterno degli dei: ora le navi hanno le vele. La nave vichinga era considerata una cosa viva e definita "il cavallo del mare". È grazie alle nuove imbarcazioni che re Hjor, il padre del Vichingo Nero, guida la conquista dell’Irlanda. Alle spalle ha due figli avuti da Ljùfnna, regina dell’enigmatico paese chiamato Bjarmaland, terra di troll e di sciamani. Uno dei due è nato scuro, come nella napoletana Tammurriata Nera. Ne hanno vergogna, così Geirmund Pelle Scura crescerà tra gli schiavi, prima che venga riconosciuta la sua regalità.
È a questo punto che la ricerca del filologo Birgisson ricuce un universo. Da un lato descrive la fondazione dell’Islanda ( prossima tappa dell’espansione vichinga dopo l’Ir-landa) come una storia mercantile, un ciclo basato sul commercio degli schiavi e sulla caccia al tricheco, le cui pelli servivano a imbastire le preziose navi. Dall’altro squarcia il velo su una dimensione altrettanto reale, nella quale la natura era sempre vissuta come scontro tra gli opposti, e gli uomini perseguivano « l’arte dell’istante » e « morivano ridendo ». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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