domenica 1 marzo 2020

Maffettone identifica la politica con il liberalismo e su queste basi rivendica Foucault e giudica la riflessione orientale

Risultato immagini per Maffettone: Politica Le Monnier
Sebastiano Maffettone: Politica Le Monnier pagg. 664 euro 49


La teoria politica guarda a Oriente
Nel suo ultimo saggio Sebastiano Maffettone confronta il liberalismo con le idee dei grandi pensatori asiatici
di Giancarlo Bosetti Robinson 29 2 2020
Il pensiero politico occidentale di ispirazione liberal- democratica deve misurarsi con alcuni enormi ostacoli, forse insuperabili, e cercare nuove risorse attraverso il confronto con altre tradizioni di pensiero. Sebastiano Maffettone — filosofo della politica noto per i suoi lavori su John Rawls, cui ha dedicato una grande monografia in inglese, e per le numerose pubblicazioni in italiano — propone ora con questa sua Politica un’opera che raccoglie ricerche e meditazioni sistematiche intorno al nucleo fondamentale dei problemi della filosofia politica: la giustizia, la democrazia, le grandi dottrine come l’utilitarismo, il repubblicanesino, il femminismo; e alcuni grandi autori come Rawls, Habermas, Sen, Marx. Per rivolgersi poi nelle ultime duecento pagine alla teoria politica comparata e a un confronto molto originale con il multiculturalismo e con il pensiero politico cinese, indiano, arabo-islamico.
Del pensiero liberale Maffettone è un sostenitore dichiarato, ma anche consapevole della difficoltà che accompagna questa tradizione nel tenere insieme la " giustificazione", cioè la sua aspirazione a un fondamento normativo di tipo universalistico, con la " legittimazione", e cioè il consenso che si deve manifestare attraverso le istituzioni con la loro concreta storia. Da una parte i liberali idealisti come Kant, Rawls, Dworkin, con il loro corredo di principi universali, con la loro etica, con l’attaccamento al diritto naturale, dall’altra i liberali realisti come Hume, Hayek, Bentham, più pronti a adattarsi agli sviluppi storici con le loro deviazioni dall’ideale.
Unicità del giusto, pluralità del bene. La filosofia politica cerca la strada di una integrazione pluralistica e il suo compito, se si allarga lo sguardo al mondo non occidentale, si fa più complicato. Ci sono ragioni interne e ragioni esterne per giustificare i diritti umani, che non saranno mai presi sul serio se non si calano nelle diverse culture. Non funziona l’occidentalizzazione forzata, con i suoi soprusi, ma non è neppure accettabile la giustificazione di tutte le tradizioni, con i loro soprusi. Il secolarismo illuministico, veicolato dal colonialismo ha prodotto una reazione opposta e un lungo strascico di risentimento, le cui ragioni sono state accolte dalla cultura post-coloniale.
Maffettone respinge entrambe le posizioni unilaterali proponendo il vasto repertorio di soluzioni pluralistiche. Pagine molto ricche di analisi, e di critica, sono dedicate al pensiero post- coloniale di Edward Said, Gayatri Spivak, Homi K. Bhabha, con sullo sfondo il battistrada Frantz Fanon.
Il decostruzionismo post- moderno, insiste Maffettone, rende impossibile costruire una prospettiva di pluralismo ragionevole, dal momento che si priva di qualunque base di razionalità, ma in queste escursioni, eterodosse per un filosofo liberale standard, si affacciano nuove fonti di normatività e nuove ispirazioni etiche nelle filosofie orientali. A cui Maffettone associa, in pagine sorprendenti, il Foucault del soggetto rigenerato nella resistenza al dominio, dalla " cura del sé", dall’energia che mette nel definire lo "stile di vita".
Una volta sgomberato il campo dagli avversari teorici "post", la mossa nuova che il libro propone, e che è anche il suo filo conduttore, è quella di dare la caccia a risorse etiche a sostegno di una riscossa del liberalismo e delle democrazie occidentali in crisi di " universalismo". Ma non sarà una riscossa del "West" solitario, e tanto meno sarà ancora ai danni del " Rest". Al contrario, dalla riflessione, qui sviluppata per la prima volta, estesamente, in un trattato di teoria politica generale, sul pensiero indiano, cinese e musulmano, si affacciano ipotesi di soccorso di idee del " Rest" al " West", da Tagore a Zhao Tingyang, da Dipesh Chakrabarty a Rajeev Bhargava, da Muhammad Abduh ad al-Jabri e tanti altri autori importanti. Nomi vecchi e nuovi che meritano di entrare nella formazione di una cultura liberale e pluralista per il mondo di oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento: