martedì 20 ottobre 2020
Una biografia di Elsa Morante
Morante: "Mi sono innamorata di Visconti perché era crudele, arrogante, impossibile"
la BIografia della prima donna a vincere lo strega
Mirella Serri Tuttilibri 17 10 2020
Chi fu il suo vero padre? Sull'identità del genitore biologico di Elsa Morante i colpi di scena non sono mai mancati. Augusto Morante, istruttore in un riformatorio, marito di Irma Poggibonsi e genitore ufficiale di Elsa, non era il vero padre dei figli dichiarati all'anagrafe. Il papà naturale dei cinque fratelli Morante fu probabilmente Francesco Lo Monaco, impiegato alle poste e morto suicida nel 1943. Come mai la madre, insegnante ebrea, fece questa scelta, forse con il consenso del marito? Elsa Morante non amava che si parlasse della sua vita, si confidava raramente con gli amici e coloro che provavano a indagare finivano sotto i suoi artigli: il carattere della scrittrice, duro, impervio, altalenante tra slanci generosi e inaspettati accessi d'ira, era ben conosciuto dai suoi fedelissimi, una corte di prestigiosi intellettuali che, soprattutto nella seconda parte della sua esistenza, le furono molto vicini e l'aiutarono nei momenti più difficili (Enrico Palandri, Patrizia Cavalli, Adriano Sofri, Goffredo Fofi, Carlo Cecchi e tanti altri ancora).
Anche per la reticenza della romanziera e poetessa sono tanti i misteri della sua biografia: il critico, scrittore e drammaturgo René de Ceccatty, in Elsa Morante. Una vita per la letteratura, si è calato come uno speleologo in una caverna ricca di anfratti, cunicoli, passaggi segreti. Ha illuminato in maniera assai efficace l'enigma Morante, intrecciando le coordinate di vita e letteratura, da Menzogna e sortilegio a L'isola di Arturo a La storia, cercando di arrivare alle origini della grandissima voce narrativa che «s'insinua nei meandri della passione, del delirio, del terrore».
Elsa era nata nel 1912 e cominciò giovanissima a scrivere filastrocche, favole e racconti brevi. Ma suo primo libro, una raccolta di novelle giovanili, Il gioco segreto, uscì solo nel 1941. L' anno cruciale nella sua vita è il 1936: in una birreria dietro Fontana di Trevi, in compagnia del pittore Giuseppe Capogrossi, conobbe il 29enne Alberto Moravia. Scrittore famoso a cui il regime era molto ostile, Moravia, era molto colto, ricco, figlio di un facoltoso architetto di origine ebraica. Fu ammaliato da Elsa. La scrittrice in erba aveva splendidi occhi, un po' viola un po' azzurri, da gatta, un fisico minuto, denti di un bianco splendente che l'avanzare degli anni e il consumo di sostanze stupefacenti renderanno piccole perle grigie. Dal 1937 Elsa cambiò scrittura, cominciò a pubblicare su riviste letterarie e a frequentare il fior fiore dell'intellighentia italiana, da Pier Paolo Pasolini (a cui fu molto legata fino alla rottura nel 1971) a Umberto Saba, Bernardo Bertolucci, Giorgio Bassani, Sandro Penna, Enzo Siciliano e Adriana Asti. Prima di conoscere Moravia, la Morante era assediata dalle preoccupazioni economiche, tanto che era stata costretta a prostituirsi: glielo rinfacciò ripetutamente il suo amante Richard T. M., che in lettere travolgenti e indignate le rimproverava di essersi dedicata al meretricio non solo in Italia ma anche all'estero. Richard, che Elsa rimpiangerà per anni, fu il suo sostegno di fronte ai ripetuti tradimenti di Moravia.
Durante la seconda guerra mondiale, Alberto ed Elsa si rifugiarono a Fondi, in provincia di Latina, e la Morante comincerà a dar vita a uno dei suoi capolavori, Menzogna e sortilegio. Moravia era solito sostenere che la scrittrice nei suoi romanzi raccontava ripetutamente la storia della famiglia: Menzogna e sortilegio prese infatti spunto da una ricca messe di elementi autobiografici, come, per esempio, l'interesse che la protagonista Anna provava per il bell'Edoardo, composto da un mix di prostrazione, subalternità, masochismo e anche di rivalità. Pure Elsa era dominata da un analogo coacervo di emozioni e da questo magma interiore nacque l'aspirazione all'amore impossibile, l'attrazione per uomini impossibili, come Luchino Visconti «di cui ammirava l'orgoglio, la crudeltà, l'arroganza» o come il pittore Bill Morrow che aveva la metà dei suoi anni e che, dopo averla incontrata in America si trasferirà a Roma insieme al suo partner, coinvolgendola in un complicato ménage à trois. Il mondo degli omosessuali è fonte d' ispirazione per la Morante: ne fanno parte Wilhelm, il padre di Arturo nel celebre romanzo dedicato all'adolescente di Procida, e Manuel, protagonista di Aracoeli. Come si spiega questo interesse per gli amori gay? La figura del padre Augusto Morante forse omosessuale è uno dei nodi oscuri e irrisolti della sua vita mentre una forma di «orgoglio e l'egocentrismo la portavano a cercare l'amicizia degli omosessuali nel desiderio di essere, fra loro, l'unica donna», osserva de Ceccatty.
Alle delusioni sentimentali alla metà degli anni Settanta si aggiunsero per Elsa anche quelle politiche (il movimento Lotta Continua tradì le sue aspettative e lei prese le distanze allarmata dal terrorismo e dalla violenza). Tutto questo la portò a un tentativo di suicidio nel novembre 1982, alcuni mesi dopo l'uscita di Aracoeli. Seguirà il decadimento fisico e la morte nel novembre del 1985.
Qual è dunque infine la forza della sua scrittura? Da dove nasce? La Morante lavora su un doppio registro e, mentre si confronta con la follia, il dolore e il tormento racconta anche il contrasto tra immaginazione e brutalità del mondo, tra sogno e volgarità e descrive il quotidiano compromesso con la realtà, l'abiezione e la noia. Ma è lo stile spettacolare, ricco, sontuoso e barocco che rende la Morante una delle maggiori narratrici italiane.— © RIPRODUZIONE RISERVATA
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