Da "Il virus dell'Occidente":
... L’organizzazione non governativa Freedom House si ritiene in diritto di
assegnare i nomi per conto dell’unica autorità riconosciuta ad operare in tal
senso e cioè il governo degli Stati Uniti dal quale riceve i finanziamenti che
la fanno esistere.
E tiene costantemente aggiornata una mappa che consente a tutti di vedere con i
propri occhi in tempo reale lo stato della democrazia nel mondo: i paesi liberi
sono colorati in verde, quelli parzialmente liberi sono color senape, quelli
non liberi – in una scala che va dal dispotismo al totalitarismo – sono in
viola. Viene anche calcolato il trend che misura se un paese diventa di ora in
ora più democratico o più autoritario. La metodologia di valutazione è la seguente:
«Ad
ogni paese o territorio vengono assegnati da 0 a 4 punti per ciascuno dei 10
indicatori sui diritti politici e dei 15 indicatori sulle libertà civili,
espressi attraverso una serie di domande; un punteggio pari a 0 rappresenta il
più piccolo grado di libertà e 4 il massimo grado di libertà. Le domande sui
diritti politici sono raggruppate in tre sottocategorie: processo elettorale (3
domande), pluralismo politico e partecipazione (4) e funzionamento del governo
(3). Le domande sulle libertà civili sono raggruppate in quattro
sottocategorie: Libertà di espressione e credo (4 domande), Diritti associativi
e organizzativi (3), Stato di diritto (4), Autonomia personale e diritti
individuali (4)».
È una plastica
rappresentazione del funzionamento del liberalismo come circoscrizione di uno
spazio sacro della libertà: il liberalismo disegna e ridisegna letteralmente lo
spazio stesso della Terra, oltre a fornire le definizioni ufficiali alla cui
luce interpretare la mappa del mondo inteso in senso politico. È uno spazio dal
quale, come si può vedere, mancano completamente i diritti economici e sociali
e i diritti collettivi. E che si guarda bene dall’inserire tra i diritti
fondamentali anche quella «libertà dal bisogno», intesa come la garanzia per
ogni nazione di «una sana vita di pace per i suoi abitanti», che pure Franklin Delano
Roosevelt inseriva tra le libertà fondamentali, per non parlare della «libertà
dalla paura» e cioè della garanzia che «nessuna nazione sarà nelle condizioni di compiere un atto di aggressione
fisica contro qualsiasi vicino». Non in tutto il mondo però
viene considerato scontato ciò che tale è in Occidente.
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