domenica 21 febbraio 2021

Mario Tronti cortigiano come sempre

 

La fama di Mario Tronti e il culto altrimenti incomprensibile di cui gode presso i dottorandi in filosofia si spiega solo per la sua capacità di incarnare la confusione imbelle e la verbosa cortigianeria che da sempre è la cifra degli intellettuali italiani, dando ogni volta l'impressione di capire qualcosa di più profondo che rimane invisibile ai comuni mortali mentre è il primo che va a tentoni e cambia idea ogni cinque minuti, senza altra bussola che il bisogno di un padrone da trasfigurare.
Dopo aver osannato Matteo Renzi e aver votato al senato le sue leggi più reazionarie, adesso esalta Mario Draghi e l'operazione politica che lo ha portato al governo, e stavamo solo facendo il conto alla rovescia.
In realtà, dietro il linguaggio misterico della decisione e della sovranità, dietro gli arcani del Politico, si cela la continuità strategica di una ben più umana, prosaica e morbidissima lingua che sollazza il potere ancor prima che il potere abbia bisogno di comandare.
I compagni intellettualmente più raffinati - dal convegno su Agamben o Benjamin - ringraziano estasiati, con un applauso rivoluzionario [SGA].

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