Da "Il virus dell'Occidente"
"... Ecco che la Cina, pur con numerosi contraccolpi, ha immediatamente potuto
reagire alla diffusione del virus mobilitando per il suo fronteggiamento tutte le
energie del paese, e cioè del complesso Stato-società civile, isolando
un’intera regione di quasi sessanta milioni di persone, fermando la produzione
industriale di beni non necessari, riconvertendone una parte al fine di mettere
a disposizione degli operatori sanitari le risorse che erano loro
indispensabili e per nutrire la popolazione. Anche nell’Occidente capitalistico
tutto questo è avvenuto, certamente, ma con le incertezze, i ritardi e le
asincronie dovuti al conflitto tra l’interesse privato delle grandi realtà
economiche a mantenere in funzione la loro produzione specifica per non
bloccare la valorizzazione del capitale – o per non perdere fette di mercato, o
per sottrarle ai competitori… – e la salute pubblica. Ecco che per un lungo
tratto, mentre invitava e a un certo punto persino obbligava la maggior parte
della popolazione a rimanere a casa, il governo italiano – e a maggior ragione
questo discorso vale per i governi di alcuni altri paesi, assai meno attenti al
rischio di contagio di quanto non sia stato il nostro – obbligava al tempo
stesso a recarsi al lavoro e a mettere a rischio la propria vita centinaia di
migliaia di lavoratori dell’industria, selezionando solo in un secondo momento
e solo di fronte alla minaccia sindacale di uno sciopero generale i settori
vitali dell’economia nazionale che dovevano per necessità rimanere attivi. Sono
state ampiamente documentate sin dalle prime settimane di chiusura, del resto, le
sconsiderate pressioni di Confindustria per impedire o rallentare il più
possibile il fermo della produzione nel bergamasco, un territorio nel quale
sono insediati gli impianti produttivi di numerose tra le maggiori imprese
italiane. E, più in generale, non è
stato il servizio sanitario nazionale italiano soggetto nel corso di almeno tre
decenni a un drastico ridimensionamento in termini di risorse e personale al
fine di procurare risparmi al bilancio dello Stato favorendo al contempo
l’affermazione della sanità privata, e cioè per via un processo di
privatizzazione della cosa pubblica che ha comportato un’appropriazione rapace
di beni che erano evidentemente ancora troppo poco comuni per essere difesi in
maniera adeguata?..."
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