lunedì 8 marzo 2021

Il femminismo liberale inaugura un nuovo revisionismo storico-culturale

Il numero del Domenicale in edicola è tutto dedicato al femminismo liberale nei diversi settori della cultura.
L'impressione è che siamo agli esordi di una nuova variante del revisionismo storico.
Abbiamo già del resto l'esempio di Hannah Arendt, il cui posizionamento di guerriera fredda campionessa dell'anticomunismo e fiancheggiatrice del colonialismo è stato ribaltato fino a farne un'icona della sinistra.
Anche per il femminismo si può dire ciò che vale in generale per il postmoderno.
Giunge a compimento in questi mesi, con il transito sulla sponda europea dell'Atlantico, la parabola della rifunzionalizzazione capitalistica nell'ambito dell'universalismo dirittumanista di quest'altra importante esperienza del ciclo emancipazionista concluso negli anni Settanta del Novecento.
Questo ovviamente non significa che dobbiamo contestare i diritti civili ma che alla loro declinazione liberale bisognerebbe contrapporre - se mai ne fossimo ancora capaci - una declinazione in chiave marxista. [SGA].


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