sabato 16 dicembre 2023

Toni Negri 1933-2023




Tutte le anime del marxismo italiano della seconda metà del Novecento sono adesso esaurite e chi è rimasto non riesce ad andare avanti di un passo e vive di retorica.
Nel ricordarle dal vuoto della nostra impotenza e insignificanza - e di fronte all'attacco sguaiato e irrispettoso dei nani rancorosi che reggono l'amministrazione coloniale del paese, eredi dei perdenti della Seconda guerra dei trent'anni, la cui voce rivoltante è uscita dalle fogne e pretende di dare patenti di democrazia -, conviene oggi anche ricordare che l'esperienza comune da cui scaturivano e che le univa era comunque prevalente rispetto a ciò che le divideva e alle troppe polemiche che le hanno lacerate ed era l'essenziale che oggi manca e rimpiangiamo. SGA


Non ho mai condiviso le posizioni teoriche e politiche radicalmente antihegeliane e antidialettiche di Toni Negri e soprattutto della corrente che ha ispirato (l’idea della classe operaia come parzialità irriducibile e come “potere costituente” che confligge spontaneamente con il potere costituito, ma anche l’idea di un superimperialismo globale, per finire con quella “moltitudine” che cancella le classi sociali).
Spesso mi sono rifugiato anche nella caricatura e nella presa in giro - non potendo fare altro e comunque ingoiando la consapevolezza del nano che non lascerà traccia nella storia di fronte a un gigante che, nelle ragioni come nei torti analitici, sarà ricordato ancora tra 300 anni.
Leggere però le reazioni disgustose della viscida borghesia italiana, che dai suoi organi di stampa e soprattutto per voce dei rinnegati tira un sospiro di sollievo e vomita veleno e sentenze a 50 anni dai fatti, ne fa risaltare ancora di più la figura e conferma, se mai ce ne fosse bisogno, il carattere di infamia e viltà che segna l'anima criminale del dominio capitalistico.
E' un vero peccato essere riusciti e terrorizzarli a tal punto per poi ridurci come siamo.

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