lunedì 2 marzo 2015

Banksy a Gaza. Rendiamo tabu il negazionismo antipalestinese



Banksy nella Striscia racconta l’orrore con nuovi graffitiRepubblica 27.2.15
 «GRANDE abbondanza di spazio per ristrutturare»: è questo il tono, profondamente ironico, usato da Banksy per presentare online la sua ultima impresa: un viaggio a Gaza, dove ha lasciato i suoi murales. Da lì l’anonimo artista inglese è tornato con un documentario che chiede attenzione sulla situazione dei palestinesi a sei mesi dalla fine della guerra. «Che dire dei nostri bambini?» dice una delle frasi in sovraimpressione, mentre un’altra commenta, aspra: «I locali amano così tanto il luogo che non lo lasciano mai». Il video inizia fingendo di proporre una nuova meta turistica: «Fa di questo anno quello in cui scoprirai una nuova destinazione», annuncia. L’artista si filma in prima persona mentre entra a Gaza passando attraverso i tunnel sotterranei che collegano la Striscia all’Egitto. Dopo una serie di immagini che illustrano la situazione di Gaza, il documentario finisce con una frase che Banksy ha scritto su un muro segnato dai fori dei proiettili: «Se ci laviamo le mani del conflitto fra potenti e oppressi, stiamo dalla parte dei potenti: non stiamo rimanendo neutrali».





Una colata di cemento attende la Cisgiordania e Gerusalemme Est
Israele conta di costruire decine di migliaia di case per coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme Estdi Michele Giorgio il manifesto 27.2.15

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