lunedì 2 marzo 2015

Le radici antiche del sovranismo monetario contemporaneo. Siamo sempre fermi al socialismo piccoloborghese

Il tempo non è denaro. Credito sociale contro speculazione finanziariaAlfred Orage: Il tempo non è denaro. Credito sociale contro speculazione finanziaria, Mimesis
Risvolto

In questa antologia, la prima pubblicata in italiano completamente dedicata al suo pensiero politico ed economico, le idee di Orage vengono esposte in modo chiaro ed esauriente, com'era nello stile dell'Autore, noto per la sua onestà e sincerità intellettuale. "Il tempo non è denaro" è un'affermazione che vuole ricordarci che le cose veramente preziose non sono in vendita, e soprattutto che il denaro stesso è una convenzione, e non ha valore intrinseco: "Il denaro è il più importante bene di consumo della società moderna, dato che comanda legalmente tutti gli altri. La produzione del bene-denaro è un Monopolio della Banca Centrale di ogni specifica area di credito, che ne stabilisce arbitrariamente la quantità in circolazione. Tale subordinazione di tutta l'industria al circuito monetario è alla radice della povertà economica del mondo. La funzione corretta di un sistema monetario è il riflettere la produzione industriale, e non viceversa; vale a dire che la quantità di denaro circolante in una data area di credito dovrebbe espandersi soltanto con la produzione e contrarsi solo a seguito del consumo. La resistenza contro l'adozione di un tale sistema monetario è, in definitiva, quella degli attuali monopolisti di denaro". Prefazione di Giorgio Galli.

Il socialista mistico che si batteva per i prestiti ai poveri 
Esce Il tempo non è denarodi Alfred Orage Amico di Eliot e Pound, discepolo di Gurdjieff 
Andrea Colombo La Stampa 24 2 2015
Letterato, mistico, politico ed economista. La molteplicità di interessi fa dello scrittore e giornalista britannico Alfred Richard Orage una delle figure più interessanti del panorama culturale del primo Novecento. Una personalità che ebbe una profonda influenza su poeti come Ezra Pound e T. S. Eliot, ma poco conosciuta in Italia, soprattutto nel suo impegno politico e sociale. Una lacuna che oggi è parzialmente colmata dalla pubblicazione per Mimesis di una serie di saggi economici intitolata Il tempo non è denaro (prefazione di Giorgio Galli, a cura di Luca Gallesi, pag. 142, euro 14) . Un libro che esce nella collana oro e lavoro e che fa seguito a Come le banche soffocano l’economia del fondatore del Credito Sociale C. H. Douglas e Il valore del denaro del socialista Silvio Gesell, l’inventore della moneta prescrittibile (tassabile con il passare del tempo, se non viene utilizzata). Tre pilastri, Gesell, Douglas e Orage, che costituiranno il fondamento dell’economia poetica di Ezra Pound: pensatori eretici, fautori di una terza via fra liberalismo e totalitarismo. 
Le argomentazioni di Orage prescindono da una visione ideologica facilmente etichettabile. Riduttivo a mio avviso parlare quindi di «anticapitalismo di destra» come fa Giorgio Galli nella prefazione. La sua figura si colloca infatti nella storia dei movimenti del progressismo europeo, seppure da una prospettiva eterodossa. Il suo pensiero comunque va ben al di là delle anguste categorie di destra e sinistra.
Nato il 22 gennaio 1873 a Dacre, un villaggio dello Yorkshire, abbraccia sin da giovane il socialismo e la teosofia. Per sbarcare il lunario si dedica all’insegnamento. Alla fine dell’800 si iscrive al partito laburista. Scriverà nel 1926: «Il socialismo, allora, non era la moda, più o meno popolare, che sarebbe diventato; era più una specie di culto, con ramificazioni in campi oggi totalmente separati e distanti, come la teosofia, il movimento di arti e mestieri, il vegetarianesimo e un vago interesse per la vita semplice». Come molti socialisti dell’epoca, pensiamo al giovane Mussolini, si avvicina al pensiero di Nietzsche. Contemporaneamente inizia a studiare l’ordinamento corporativo medioevale, le cosiddette gilde («guilds»): ritiene che la cooperazione fra imprenditori e forza lavoro possa costituire un sistema alternativo al liberalismo imperante in Gran Bretagna. In seguito Pound collegherà questa idea al corporativismo mussoliniano. Orage, che pure era amico del poeta americano, invece non nutrirà mai alcuna simpatia per il movimento fascista. Vicini agli anarchici, i fautori delle gilde in Gran Bretagna si orientarono verso un socialismo non materialista e anti-marxista. 
Nel 1907 Orage acquista un settimanale socialista e cristiano, The New Age e lo trasforma in una palestra dell’avanguardia letteraria: vi scriveranno personalità destinate a cambiare il panorama della cultura europea dell’epoca, come lo stesso Pound e T. E. Hulme, il poeta imagista fautore di un’originale filosofia basata sul concetto di peccato originale. In qualche modo questa testata di tendenza spiritualista anticiperà il movimento New Age. Proprio la ricerca di una verità soprannaturale che possa soddisfare la sua ricerca di spiritualità, porterà Orage a diventare il braccio destro del mistico greco-armeno G.I. Gurdjieff. Nel 1922 lascia la direzione di The New Age per recarsi all’ex priorato di Avon, vicino a Fontainebleau. In questo centro di meditazione si dedica a duri lavori manuali, secondo le direttive ascetiche della comunità. Dovrà rinunciare alle sue amate letture e pure alle sigarette: porterà con sé solo Alice nel paese delle meraviglie. Quindi si sposta negli Stati Uniti, dove rimarrà una decina di anni, per cercare discepoli e finanziamenti capaci di mantenere in vita la scuola di Gurdjieff. 
Tornato in Gran Bretagna alla sua vita normale di giornalista, Orage abbandona l’utopismo neomedievale della Lega delle gilde nazionali e abbraccia gli ideali del Credito Sociale propugnati dal maggiore Douglas. Lasciato da parte il fascino tutto vittoriano per le arti e i mestieri dell’età di mezzo, ora la meccanizzazione del lavoro viene vista positivamente in quanto aumenta la possibilità di avere più tempo libero («lavorare meno per lavorare tutti» sarà lo slogan coniato da Pound nel 1933 nell’Abc dell’economia). Negli anni che seguono la grande depressione, Douglas e Orage si rendono conto che il problema non è la produzione dei beni, ma l’equa distribuzione delle ricchezze. Per i Social Creditors – diventati partito in Australia e Canada arriveranno anche a governare alcuni Stati come l’Alberta - è necessario distribuire nuovo credito sociale, non creato a interesse dalle banche ma elargito dallo Stato ai propri cittadini, per colmare il divario tra potere d’acquisto e beni prodotti. E’ il reddito di cittadinanza. Per lo scrittore britannico l’abbondanza c’è: basta saperla distribuire ed evitare che la ricchezza finisca nelle mani di speculatori senza scrupoli. Non è un caso che il 5 novembre 1934 tenga un radiodiscorso alla Bbc proprio sullo scandalo dell’esistenza della povertà in mezzo all’abbondanza. La notte seguente morirà nel sonno. Sulla sua tomba, al cimitero di St John ad Hampstead, riposa sotto l’enneagramma, sintesi geometrica dell’insegnamento di Gurdjieff, con un epitaffio tratto dalla Bhagavad Gita: «L’irreale non esiste/ Il reale non cessa mai di essere».

«L’anticapitalismo di destra ci salverà dalla crisi»
Il politologo Giorgio Galli introduce l’opera dell’inglese Alfred R. Orage «Il tem po non è denaro», che già nel 1934 profetizzava le diseguaglianze di Piketty, la finanza nera e una strana alleanza...
«Nel divario che separa il Valore dei Prezzi dai Redditi, c’è abbastanza polvere da sparo da far saltare qualsiasi parlamento democratico».
4 mar 2015 Libero LUCA MARCHESI      
Parole, che sembrerebbero di un qualsiasi agitatore ispirato dai principi del marxismo; sono in realtà di Alfred Richard Orage, intellettuale inglese, giornalista, sindacalista, uno dei primi divulgatori dell'opera di Nietzsche nel Regno Unito. Nella prefazione della raccolta antologica di alcuni suoi scritti Il tempo non è denaro. Credito sociale contro speculazione finanziaria pubblicata di recente da Mimesis ( pp 142, euro 11) nella collana Oro e lavoro, curata da Luca Gallesi, Giorgio Galli, politologo di fama internazionale già docente presso l’Università degli Studi di Milano, definisce il pensatore britannico «una di quelle personalità che si possono collocare nella cultura dell' anticapitalismo di destra, come C. H. Douglas o Ezra Pound ».

 Il riferimento «esplosivo» alla crisi delle democrazie occidentali, era la conclusione del discorso di Orage Povertà in mezzo all’abbondanza, radiotrasmesso dalla Bbc. il 5 novembre 1934, quando ancora l'Europa si leccava le ferite per una crisi economica che, partita nel settembre '29 da Wall Street, la aveva travolta nel giro di pochi mesi. Durante la radiotrasmissione Orage, accusò dei malori, ma portò ugualmente a termine il programma. Colpito da infarto durante la notte, morì il giorno dopo. «Mi rendo conto che la definizione di anticapitalismo di destra possa essere discussa» sottolinea Giorgio Galli «ma si tratta di una scelta chiarificatrice. C'è un ben noto anticapitalismo di sinistra, culminante con il marxismo-leninismo, che vuole abbattere il capitalismo. Poi ci sono altre correnti culturali, il nome più noto è quello di Ezra Pound (sua la critica alla usucrazia, potere dell'usura), solo da poco fatte oggetto di studio, che criticano il capitalismo non per abbatterlo ma per migliorarlo, in un’ottica che non è neanche quella del socialismo riformista. Ed è per questo motivo, per la sua estraneità al marxismo, che definisco questa cultura, anticapitalismo di destra».
Per Orage la terapia al conflitto sociale era un sindacalismo delle gilde; qualcosa che portasse il paese reale, i ceti produttivi, a determinare direttamente le scelte economico - politiche dei Paesi (un’anticipazione delle «diseguaglianze» del Capitale di Piketty).

 «Ma ciò che risulta sorprendente in Orage, come in tutti questi pensatori trascurati o dimenticati in quanto lontani dal mainstream marxista, è che avevano capito già nella prima parte del XX sec. quale sarebbe stato il problema del capitalismo (e della povertà) del futuro».

Quindi, professor Galli, anche di quello che ha prodotto l'attuale crisi economica e che in diversi stati ha portato alla «sospensione» della democrazia, cioè a forme di democrazia eterodirette da elite economiche.

«Da vari anni, gruppi e associazioni, in Usa e in Europa, sostengono che, se non si limita il potere delle banche private di creare denaro dal nulla, la prossima crisi potrebbe essere ancora più devastante della precedente. E lo dice anche il maggiore quotidiano economico del mondo ( Financial Times), pilastro della cultura economica neo liberale » .

Lei suggerisce, a partire dalle idee di Orange, di far partecipare il popolo alla elezione dei membri dei Consigli di Amministrazione di importanti aziende.

       «Certo, è un fatto che la democrazia rappresentativa è in difficoltà. I poteri reali dei parlamenti sono sempre più ridotti. Nel mondo occidentale ci sono cinquecento multinazionali, nei cui consigli si prendono le decisioni che contano, alle quali i parlamenti sono assolutamente subalterni. La mia idea è che il naturale sviluppo della democrazia rappresentativa potrebbe essere la partecipazione dei cittadini alla elezione di quei consigli di amministrazione. Capisco che sembri un'idea utopica, ma nel '700 era utopico pensare di arrivare al suffragio universale, dato che l'unico parlamento elettivo esistente, quello inglese, aveva una base elettorale del 2% della popolazione. Una democrazia rap-presentativa se vuol funzionare oggi, deve coinvolgere il potere economico. Se non lo coinvolge, alla fine i cittadini si trovano a votare per istituzioni che oramai detengono una piccola parte del potere».

Lei oggi crede possibili delle convergenze tra gli anticapitalisti marxisti, e quelli di matrice differente, da lei definita di destra?

«Certo che sì. La Bce, ad esempio, rappresenta solo un potere reale che è quello delle multinazionali. Juncker , il presidente della Commissione Europea, come primo ministro del Lussemburgo ha concesso alle multinazionali clamorose evasioni fiscali, permettendo loro di collocare nel Granducato le loro sedi fiscali. E questo gli anticapitalisti sia di destra che di sinistra lo hanno denunciato. Parlando della Grecia, che la famosa Troika non sia altro che la rappresentanza operativa di questi poteri, sia Alba Dorata che Tsipras, lo hanno detto apertamente».

Valutando la attuale crisi economica, lei è d'accordo con Orage che nel discorso Povertà in mezzo all'abbondanza, parlava di una miseria indotta dalla finanza più spregiudicata, alla quale gli stati hanno concesso il diritto di stabilire la quantità di denaro da mettere in circolazione?

«Sì. Penso che se l'Italia non correggerà la politica economica, andrà incontro ad impoverimento progressivo. Tutte le statistiche della Banca d’Italia lo confermano. Abbiamo un capitalismo poco produttivo e largamente parassitario. Renzi sta confermando la linea dei governi Monti e Letta, dettata dal capitalismo finanziario improduttivo, buona parte del quale neanche nazionale. Se non si renderà conto che non è con il Jobs Act che si può rilanciare l’economia italiana, si limiterà a gestire il progressivo impoverimento. Servirebbe un patto tra produttori, non tra saccheggiatori e corruttori. Finora lui è stato quello che i poteri tradizionali e forse anche la massoneria, han voluto fosse. Renzi ha però una personalità più spiccata rispetto ai predecessori, una formazione politica solida. Sembrerebbe avere le qualità per svincolarsi da abbracci perniciosi. Vorrei scommettere sul suo ravvedimento, dato che oramai si pensa che l’attuale crac greco sia anche il nostro futuro».      

1 commento:

Unknown ha detto...

Anche secondo me è riduttivo collocare Orage a destra o a sinistra, così come Douglas che sempre si era dichiarato antifascista mentre il suo duscepolo Pound... Insomma, tre personaggi talmente originali e creativi che sfuggono, sorpassandole, le grandi categorie livellatrici del politico