lunedì 30 novembre 2009

E' morto Victor Zaslavsky, uno dei protagonisti del revisionismo storico all'italiana


Il Corriere della Sera ricorda Victor Zaslavsky, morto da pochi giorni. Alla costante ricerca di legittimazioni e ispirazioni intellettuali per la loro linea politico-culturale e nell'ossessivo sforzo di distruggere i residui del gramscismo, Paolo Mieli e il Corriere hanno sempre sostenuto in questi anni le ricerche dello storico russo e della moglie, Elena Aga Rossi. Ricerche sempre tese a denunciare il socialismo reale alla luce della categoria di totalitarismo e particolarmente interessate ad affermare il vincolo di subordinazione del gruppo dirigente del PCI nei confronti di Stalin. In realtà, mi sembra che a proposito della "svolta di Salerno" decisa da Togliatti o di altri importanti episodi, Zaslavsky non faccia che confermare - pur dandone un giudizio di valore negativo - la lungimiranza e la solida autonomia politica e intellettuale dei dirigenti comunisti italiani [SGA].

Personaggi Lo storico russo denunciò i crimini del comunismo

Addio a Zaslavsky, svelò l' asse Pci-Urss
di Antonio Carioti, Corriere della Sera, 27 novembre 2009 - Pagina 47

Non finiva di stupirsi, Victor Zaslavsky, per il pregiudizio favorevole di cui il comunismo godeva (e in parte ancora gode) nel nostro Paese. Lo studioso di origine russa, scomparso improvvisamente ieri a Roma, era nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel 1937 e aveva conosciuto da ragazzo l' atmosfera asfissiante del regime di Stalin; poi da adulto, prima di emigrare in Occidente, era vissuto sotto la plumbea stagnazione brezneviana. Gli era difficile comprendere l' indulgenza di troppi intellettuali italiani verso un sistema dalle evidenti caratteristiche totalitarie. Altrettanto sconcertante gli appariva il tentativo pervicace di negare l' appartenenza organica del comunismo italiano, ben oltre il 1945, alla stessa famiglia politica che aveva prodotto ovunque dispotismo e miseria...

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