sabato 29 maggio 2010
Al posto della controriforma dell'Università
Queste proposte elaborate dalle associazioni studentesche non sono certamente sufficienti a risolvere i problemi dell'Università italiana. Dimostrano però che è possibile ottenere risparmi e razionalizzare il sistema evitando i tagli che ucciderebbero gli Atenei. A queste proposte andrebbero però aggiunte quelle avanzate dai ricercatori. In particolare, sarebbe necessario rimodulare le curve stipendiali, portando quelle degli ordinari da 120.000 a 90.000 euro l'anno. Con i risparmi ottenuti in questo modo, si potrebbero abbondantemente finanziare gli avanzamenti di carriera e assorbire il precariato. A quel punto, con un ruolo unico della docenza articolato su due livelli, bisognerebbe sottrarre gli avanzamenti di carriera all'arbitrio degli ordinari, stabilendo dei parametri oggettivi che conferiscono l'abilitazione nazionale (tot anni di insegnamento, tot pubblicazioni). Acquisita la quale scatterebbe l'avanzamento. Il sistema sarebbe così liberato dal clientelismo e dal controllo delle elite. Questo in un altro mondo. Nel nostro, Gelmini-Tremonti usano la retorica della lotta ai baroni e agli sprechi per massacrare i ricercatori, e in particolare quelli più giovani e i precari [SGA].
Studenti, dopo le proteste ecco le proposte
"No-tax area, pannelli solari e 'monitoraggio'"
Le alternative alla riforma Gelmini elaborate dagli universitari per evitare gli sprechi ma "tagliare con criterio" . "Usiamo internet per telefonare, inauguriamo il sistema 'francese' di iscrizione ai corsi e sfruttiamo il Fondo integrativo regionale"
di GIULIA CERINO, Repubblica on line, 28 maggio 2010
OLTRE la protesta: dopo la settimana di occupazioni a catena che ha investito tutte le università 1 italiane, la lotta contro il disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini continua. Ma si veste di nuovo. Le nottate in facoltà, le assemblee, i gruppi di lavoro, i workshop tematici giornalieri e notturni organizzati in tutti gli atenei del Belpaese non saranno forse serviti a bloccare l'iter di approvazione della contestatissima riforma. Ma da quella settimana di fuoco sono emerse delle proposte concrete firmate dagli studenti delle università di Bari, Roma, Catania, Palermo e Firenze.
Alternative, queste, elaborate con la consapevolezza che "risparmiare si può ma dipende come". La coppia Tremonti-Gelmini ha messo a segno un taglio di 57mila posti 2, fra docenti e Ata (Amministrativi, tecnici e ausiliari), prevedendone, per il prossimo anno, altri 42mila. In totale quasi 100mila posti. Un sacrificio "necessario" che, secondo quanto stabilito dalla Finanziaria scritta due anni fa, dovrebbe esssere compensato sotto forma di incentivi e premi agli insegnanti e a tutti gli altri operatori della scuola. "Il modello proposto dai ministri - spiegano dalla Sapienza di Roma - presuppone che vengano prima i tagli e solo dopo gli incentivi. Per noi studenti e per molti ricercatori, invece, il ragionamento è opposto: per guadagnare o risparmiare dei soldi da reinvestire bisogna operare piccole correzioni 'strategiche'. E se non ci arrivano loro, le proponiamo noi"...
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