mercoledì 26 maggio 2010
Emanuele Severino sul senso della scienza moderna
Modernità. PERCHÉ NESSUNA TEORIA È UN DOGMA
Oltre i miti. Darwin Einstein Freud. Che errori grandiosi
Le grandi scoperte della biologia, della fisica e della psicoanalisi sono mosse dalla falsa convinzione che si possa tracciare un percorso con un inizio e una fine, dal nulla al nulla. Eppure, proprio sbagliando, hanno aperto la via alla scienza
Emanuele Severino, Corriere della Sera, 24 maggio 2010
Davanti alla filosofia molti scienziati alzano le spalle. Dato il modo in cui essa, per lo più, è loro presente, hanno ragione. Soprattutto se non sa essere altro che una riflessione sui risultati della scienza o ha la pretesa di insegnarle che cosa debba fare. Ma i concetti fondamentali della scienza sono inevitabilmente filosofici: in un senso ben più radicale di quello a cui si allude quando ad esempio, per la profondità delle categorie filosofiche coinvolte, si paragona il dibattito tra Einstein e Niels Bohr a quello tra Leibniz e Newton (M. Jammer, The Philosophy of Quantum Mechanics, Wiley, 1974). E se il fisico Leonard Susskind, nel suo libro La guerra dei buchi neri (Adelphi), scrive di non essere «molto interessato a quel che dicono i filosofi su come funziona la scienza», tuttavia la sua «guerra», combattuta contro il collega Stephen Hawking, riguarda il tema a cui la filosofia si è rivolta sin dagli inizi e che sta al fondamento di tutti gli altri...
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