mercoledì 2 giugno 2010
Le ripercussioni dell'attacco terrorista di Israele
E' inutile indignarsi per i titoli di prima pagina de Il Giornale. I quotidiani italiani continuano ad applicare un inaccettabile doppio standard e a minimizzare i crimini di Israele, come dimostrano certi articoli (Corriere della Sera: Duemila al corteo di protesta contro l' attacco israeliano, L' alleanza tra i pacifisti e i volontari islamici, Tzipi Livni: «Danno politico, ma si è scelto il male minore»; Il Sole 24 Ore: A Gaza l'infinita guerra di Israele, Il tranello a Israele e l'inconfessabile ombra di Teheran). Ogni tanto qualche riflessione critica riesce però a passare [SGA].
Gli errori con Ankara
Il governo musulmano E' probabile che la costituzione di un governo musulmano abbia favorito la svolta in politica esteraFrancia e GermaniaMa i dubbi di Parigi e Berlino hanno allontanato la Turchia dalla sua vocazione euro-atlantica
di Sergio Romano, Corriere della Sera, 1 giugno 2010
Per molti anni la Turchia ha avuto nella politica israeliana un ruolo comparabile a quello degli Stati Uniti. Non poteva garantire la sicurezza dello Stato ebraico e non sarebbe mai intervenuta al suo fianco nelle guerre contro i Paesi arabi da cui è circondato. Ma il fatto che il maggiore Stato musulmano della regione gli fosse amico dimostrava che Israele non era isolato. Le forze armate dei due Paesi, i loro servizi di Intelligence e le loro economie hanno collaborato con vantaggi reciproci che a Gerusalemme erano particolarmente apprezzati. Sapevamo da tempo che quella fase doveva considerarsi conclusa e che la Turchia, soprattutto dopo avere migliorato i propri rapporti con Damasco, sarebbe stata tutt' al più un utile intermediario per un accordo sulle alture del Golan, occupate da Israele nel 1967. Ma la guerra libanese del 2006 e soprattutto l' operazione militare contro Gaza, alla fine del 2008, hanno cambiato la scena politica medio-orientale. Il segnale più evidente...
La sfida di Netanyahu e l'inevitabile risposta di Obama
di Sergio Luzzatto, Il Sole 24 Ore, 02 giugno 2010
Quanto occorso l'altra notte nel mare fra Cipro e Israele non è che l'ennesimo episodio di un copione ormai fin troppo ripetuto. Né si tratta soltanto di un copione militare: quello per cui l'esercito israeliano - per decenni, elemento fondamentale sia del mito sia dell'immagine che Israele ha e proietta di sé - appare sempre più incapace di riuscire all'altezza del compito. Si tratta anche di un copione giuridico: quello per cui lo Stato ebraico tende ormai sistematicamente a violare i princìpi più elementari del diritto internazionale...
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