sabato 5 giugno 2010

Miguel Gotor sulla sottile affinità tra Vendola e Berlusconi

Si scrive Miguel Gotor, si legge Massimo D'Alema. Nonostante questo, l'analisi è comunque molto interessante [SGA].

di Miguel Gotor, Il sole 24 ore, 24 maggio 2010
 Due fili tanto sottili da sembrare invisibili uniscono la trama bipolare italiana: il primo va da Berlusconi a Vendola passando per Veltroni, il secondo da Fini a D'Alema passando per Casini. Tali personalità, seppur divise in destra, sinistra e centro, sono accomunate da una medesima cultura politica.
La prima ha un impianto populistico-plebiscitario che prevede partiti illanguiditi intorno al corpo del capo e un linguaggio biopolitico post e pre-moderno che ruota intorno alla gente, al territorio, al genere, all'antipolitica. La seconda ha caratteri costituzionali-rappresentativi che implicano partiti con una funzione autonoma e un linguaggio normativo moderno imperniato sui temi della sovranità come separazione dei poteri, dei diritti, della cittadinanza, della politica.
Ora che le polveri della propaganda si sono depositate, possiamo osservare meglio come nelle regionali del Lazio e della Puglia si siano giocate in realtà due rilevanti partite nazionali...

di Miguel Gotor, Il sole 24 ore, 25 aprile 2010
Il 25 aprile dell'anno scorso Berlusconi tenne a Onna, paese raso al suolo dal terremoto di pochi giorni prima, un discorso sulla Liberazione in cui affermava che «La Resistenza è - con il Risorgimento - uno dei valori fondanti della nostra nazione, un ritorno alla tradizione di libertà». L'indomani l'Italia si risvegliò festeggiando i fasti di una nascitura «Berluscolandia», una «città invisibile», ma concretissima che non sarebbe dispiaciuta a Italo Calvino, edificata intorno al punto massimo del consenso raggiunto dal presidente del Consiglio: uomo del fare, messo alla prova con successo dalla tragedia dell'Aquila, ma al tempo stesso mite e saggio, finalmente inclusivo secondo i consigli di Gianni Letta e con un'impronta ispiratrice di antica marca democristiana.
Con quell'abile colpo mediatico il premier riuscì a occupare l'intero spazio politico italiano, dalla destra alla sinistra, fondando un inedito «arco berlusconiano» dalla volta trionfale e all'apparenza duratura...

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