martedì 8 novembre 2011

Berlusconi forse si dimetterà ma per i lavoratori il peggio deve ancora venire. E' ora che tutte le forze politiche gettino la maschera


di Stefano G. Azzarà

Per un numero pressoché infinito di ragioni, la notizia delle prossime dimissioni del governo Berlusconi è certamente positiva.

Tuttavia, sbaglierebbe chi pensasse che la crisi italiana sia finita. E sbaglierebbe ancor di più chi si illudesse che il decorso di questa crisi possa offrire un orizzonte più favorevole alle condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne o addirittura una "svolta". Quello che verrà - sia nell'immediato che anche dopo eventuali elezioni - sarà, più probabilmente, il governo del commissariamento europeo e dell'applicazione delle indicazioni della BCE, perseguite in nome della "responsabilità nazionale" e della "salvezza del paese". E lo sarà forse persino a prescindere da chi governerà.

Si profilano nuovi duri colpi al mondo del lavoro, e in particolare del lavoro dipendente, sia sul piano della distribuzione della ricchezza che su quello dei diritti e dell'agibilità politica. Nonostante la superficie fenomenica degli eventi e i fuochi d'artificio della propaganda, il contesto nazionale e continentale vede infatti un peggioramento netto dei rapporti di forza tra le classi sociali e slitta sempre più a destra. D'ora in avanti - rimossa quella anomalia che calamitava con facilità il dissenso, distogliendo l'attenzione dai problemi reali con le sue macroscopiche aberrazioni - ogni opposizione e ogni manifestazione di conflitto, a partire dal terreno sindacale, sarà molto più difficile.

Finito il tempo dei parvenus volgari e gradassi, è il momento degli squali che sanno stare composti a tavola. Se a pagare il prezzo della crisi devono essere sempre e comunque le classi subalterne, come è probabile, il male minore (ma solo, appunto, il male minore) sono allora le elezioni al più presto. In modo che ogni forza politica si assuma le proprie responsabilità e si posizioni sulla scacchiera, gettando la maschera e dicendo con chiarezza cosa intende fare.

Capiremo solo a quel punto dove sta la destra e dove sta la sinistra, se in questa fase storica e con questi attori politici c'è ancora una differenza reale tra questi due campi. Nel frattempo, cerchiamo almeno di proteggerci dal profluvio di illusionismi e di retorica delle prossime settimane.

Nessun commento: