Per un numero pressoché infinito di ragioni, la notizia delle prossime dimissioni del governo Berlusconi è certamente positiva.
Tuttavia, sbaglierebbe chi pensasse che la crisi italiana sia finita. E sbaglierebbe ancor di più chi si illudesse che il decorso di questa crisi possa offrire un orizzonte più favorevole alle condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne o addirittura una "svolta". Quello che verrà - sia nell'immediato che anche dopo eventuali elezioni - sarà, più probabilmente, il governo del commissariamento europeo e dell'applicazione delle indicazioni della BCE, perseguite in nome della "responsabilità nazionale" e della "salvezza del paese". E lo sarà forse persino a prescindere da chi governerà.
Si profilano nuovi duri colpi al mondo del lavoro, e in particolare del lavoro dipendente, sia sul piano della distribuzione della ricchezza che su quello dei diritti e dell'agibilità politica. Nonostante la superficie fenomenica degli eventi e i fuochi d'artificio della propaganda, il contesto nazionale e continentale vede infatti un peggioramento netto dei rapporti di forza tra le classi sociali e slitta sempre più a destra. D'ora in avanti - rimossa quella anomalia che calamitava con facilità il dissenso, distogliendo l'attenzione dai problemi reali con le sue macroscopiche aberrazioni - ogni opposizione e ogni manifestazione di conflitto, a partire dal terreno sindacale, sarà molto più difficile.
Finito il tempo dei parvenus volgari e gradassi, è il momento degli squali che sanno stare composti a tavola. Se a pagare il prezzo della crisi devono essere sempre e comunque le classi subalterne, come è probabile, il male minore (ma solo, appunto, il male minore) sono allora le elezioni al più presto. In modo che ogni forza politica si assuma le proprie responsabilità e si posizioni sulla scacchiera, gettando la maschera e dicendo con chiarezza cosa intende fare.
Capiremo solo a quel punto dove sta la destra e dove sta la sinistra, se in questa fase storica e con questi attori politici c'è ancora una differenza reale tra questi due campi. Nel frattempo, cerchiamo almeno di proteggerci dal profluvio di illusionismi e di retorica delle prossime settimane.
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