domenica 6 novembre 2011
Il «copia e incolla» dello storico gesuita, che proclamò papa un suo predecessore. Nunzio Dell'Erba smonta il libro di Giovanni Sale
Nunzio Dell’Erba
Il libro La Chiesa di Mussolini (Rizzoli, Milano 2011, pp. 303) di Giovanni Sale non presenta alcun interesse sul piano storico, non perché esso è tratto con il criterio del «copia e incolla» da due suoi volumi già pubblicati, ma perché non apporta alcun elemento nuovo nel controverso rapporto tra Chiesa e fascismo. Si tratta dei due volumi Popolari e destra cattolica al tempo di Benedetto XV 1919-1922 (Jaca Book, Milano 2006) e Fascismo e Vaticano prima della Conciliazione (Jaca Book, Milano 2007) con l'aggiunta di errori madornali e strafalcioni di carattere storico.
Come studioso del movimento cattolico, Sale ha inoltre al suo attivo numerosi libri, pubblicati quasi tutti dalla medesima casa editrice per iniziativa del periodico «La Civilta Cattolica», di cui è responsabile per la sezione storica. Fa eccezione l'ultimo volume, edito dalla Rizzoli, con un titolo poco appropriato, con una quantità cospicua di pagine tratte dai volumi ricordati e con pagine (comprese le citazioni) riprese dai volumi di R. De Felice (Mussolini il rivoluzionario 1883-1920, Einaudi, Torino 1965) e di E. Gentile, Il culto del littorio, Laterza, Roma-Bari 1993) in un collage di brani non virgolettati o copiati malamente (si veda per esempio la p. 46 del libro di Gentile e si confronti con la p. 15).
Verso lo storico rietino è debitore del paragrafo Militanza anticlericale e agnosticismo religioso, in cui riporta brani interi tratti dal primo volume della sua monumentale biografia mussoliniana, riprendendo persino le citazioni del grande storico. Così gli articoli di Alessandro Mussolini, pubblicati sulla «Rivendicazione» di Forlì il 25 maggio 1889 e il 10 febbraio 1891, sono presentati come una propria scoperta alla stregua della ricostruzione di tutta la sua attività politica (si vedano pp. 6 e 7 e pp. 16 e 17). Se si analizza poi il primo capitolo, esso è ripreso pari pari dal volume Popolari e destra cattolica al tempo di Benedetto XV 1919-1922: si vedano la p. 1 = p. 41; pp. 2-4 = pp. 42; pp. 4-6 = p. 43; p. 6 = p. 42, così pure il prosieguo del testo originario con l’aggiunta di modifiche così ridicole da trasformare lo storico gesuita in un scolaretto di scuola media: «grande» diventa «ingente» (p. 2 e p. 42, rigo 8); «l’altra parte belligerante» diventa «I Centrali» (p. 4 e p. 42); «papale» diventa «pontificia» (p. 4 e p. 43); «10» diventa «dieci» (p. 6 e p. 43) e così di seguito.
Oltre ad autocopiarsi, quindi, l'autore si avvale di ricerche di altri storici, appropriandosi dei loro risultati storiografici senza citare la fonte, commettendo una serie di errori di una certa rilevanza: date storiche diverse rispetto alla prima edizione dei suoi libri (si veda p. 33/2007 e p. 74/2011, dove la data 1918 diventa 1919); nomi storpiati (per esempio Paolini invece di Paoloni, Rossi invece di Rossini); date dei libri citati in modo erroneo ed editori sbagliati). Forse l'unico capitolo nuovo è l'ultimo, ma è ripreso dal volume Mussolini il fascista (II: L’organizzazione dello Stato fascista 1925-1929, Einaudi, Torino 1968, pp. 414 e sgg.) di R. De Felice con gravi inesattezze. Accanto a questi errori c'è dell'incredibile come le citazioni mussoliniane tratte da «La Civilta Cattolica» oppure l'ascesa al soglio pontificio di p. Enrico Rosa (p. 251) etc. etc.
Premesso ciò, le pagine riprese a volte senza alcun criterio logico e con nomi storpiati e date modificate sono: ed. 2011, p. 67 = ed. 2007, pp. 21-23; p. 69 = p. 25; p. 70 = pp. 26-27; p. 71 = pp. 28-29; p. 72 = pp. 30-31; p. 73 = pp. 31-32; p. 74 = p. 33; p. 76 = pp. 35-36; p. 77 = p. 37; p. 78 = pp. 37-38; p. 79 = pp. 40-41; p. 80 = pp. 41-42; pp. 81 = pp. 42-43; p. 82 = pp. 43-44; p. 83 = pp. 44-46; p. 85 = p. 47; p. 86 = p. 48; pp. 94-109 = pp. 66-88; pp. 116-120 = pp. 105-112; p. 195 = p. 263; pp. 196-200 = pp. 263-273; pp. 205-217 = pp. 275-295; pp. 222-225 = pp. 304-308.
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