lunedì 7 novembre 2011

Un commento al convegno su Evola e "Cavalcare la tigre"

di Giulio Gerosa

Evola, da apparente non conformista radicale si conforma paradossalmente bene con una tradizione che lo obbliga alla credenza escatologica antiprogressista proveniente dai millenari Veda: il ciclo dei quattro yuga. Secondo il dogma di questa Rivelazione bisogna credere all’ esistenza di un ciclo metafisico di progressiva degenerazione della razza umana inserito in quattro tappe o quattro yuga. Segue dunque la stessa struttura in chiave razzista dei vari miti dell’eterno ritorno! Dove é qui l’anticonformismo di Evola? Sará forse in un’altra tradizione piena di regolamenti dogmatici come il tantrismo?

Cavalcare la tigre corrisponde dunque ad accettare una visione del tempo che non possiede meno norme di una classica equitazione inglese ma con gli ostacoli osservati dentro sé stessi. Questa cavalcata surreale nell’Era Nera del Kali Yuga porta al cuore di un mondo senza cuore, ci allontana dalla realtá, ci oppone al materialismo storico e ci impedisce di cambiare realmente la societá verso la felicitá. Come mai? Perché offre una scorciatoia fondamentalista alla felicitá che nega di abbattere l’albero della vita invertito dei Veda, evita dunque di bruciare il velo dell’ideologia Maya e di osservare la luce dell’idea di progresso che taglia le radici celesti dei popoli imperialisti scelti da Dio.

Nessun commento: