martedì 6 dicembre 2011
Hearthland: geopolitica e pensiero esoterico nel nazismo. Un importante libro di Paolo A. Dossena
P.A. Dossena: Lo scienziato e lo sciamano. Mackinder, Hitler e l’isola del mondo, Lindau, Torino 2011
«Mackinder immagina l’esistenza di un'"isola del mondo" (World Island), occupante i 2/12 del globo terracqueo e costituita da uno spazio continuo comprendente l’Eurasia e l’Africa. Gli altri continenti non sono che grandi isole periferiche fuori mano. All’interno dell’isola del mondo c’è la Heartland (come è chiamata nel 1919), cioè il cuore del mondo: questa area perno (Pivot Area, come è chiamata nel 1904), questa cittadella, è una gigantesca fortezza naturale, possibile futuro centro di un potere mondiale gestito da un grande organizzatore.
La Heartland, coincidente grosso modo con la Siberia, ha (nella versione del 1919) un’appendice occidentale, cioè l’Europa orientale (dalla Germania alla catena degli Urali), dalla quale la Heartland e le sue grandi risorse strategiche ed economiche sono dominabili. E il dominio della Heartland significa il dominio dell’isola del mondo, che a sua volta significa il dominio del mondo.
La posizione della Germania è strategica, Berlino è il fulcro esatto dell’Europa: essa è storicamente impegnata nel moto millenario di espansione verso est, la spinta verso est, fenomeno che potrebbe renderla padrona dell’Europa orientale e dunque della Heartland, e dunque detentrice dell’egemonia mondiale.
Questa è in sintesi la teoria di Mackinder. C’è molto di più, ma l’essenza è questa. Si può fare tuttavia un’altra sintesi: il modo in cui il geografo inserisce la sua teoria all’interno della storia e della geografia mondiali.»
Nella prima metà del XX° secolo ebbe una grande notorietà la geopolitica, una teoria secondo la quale il destino dei popoli è determinato dall’ambiente geografico in cui vivono. Applicata al quadro storico e ideologico di allora, questa teoria rappresentò più di una giustificazione al nazionalismo e all’espansionismo di paesi quali la Germania nazista o l’Unione Sovietica di Stalin, che furono alla base del secondo conflitto mondiale. I suoi fautori – tra gli altri, l’inglese Mackinder e i tedeschi Ratzel e Haushofer, il consigliere spirituale di Rudolf Hess – erano convinti che la conquista di alcune regioni avrebbe garantito il dominio universale. In particolare Mackinder era persuaso che il cuore del mondo, l’Heartland, fosse la vasta regione russa, inattaccabile dal mare e ricca di enormi risorse economiche e naturali: chi l’avesse controllata avrebbe governato l’«isola del mondo», l’enorme distesa di terre e acque dell’Europa e dell’Africa. L’Heartland rappresentò la grande scommessa di Hitler dopo il fallimento del misterioso volo aereo di Hess verso l’Inghilterra, probabilmente alla ricerca di un accordo di spartizione della regione russa.
Assorbendo idee e dogmi positivisti, razzisti e darwinisti, combinandosi, in alcuni dei suoi esiti, con suggestioni esoteriche e magiche, la geopolitica, più di altre teorie novecentesche, ha incarnato le diverse anime del «secolo delle ideologie e del mattatoio», tra i cui risultati vi è la stessa configurazione del mondo in cui viviamo oggi e dei rapporti di forza che in esso sussistono.
Paolo A. Dossena è nato nel 1968. Nel 2002 ha pubblicato Hitler e Churchill; nel 2010 è uscita invece, presso Lindau, una sua intervista in forma di libro a Giorgio Galli (Intervista sul nazismo magico). Il suo libro Le Frontiere dell’odio (2009) è stato ritirato dal commercio a causa di sostanziali divergenze con l’editore a proposito dell’editing. Per Rizzoli, ha parzialmente tradotto e curato la riedizione della Seconda guerra mondiale di Winston Churchill, per la quale ha scritto un breve saggio introduttivo, e Il grande terrore di Robert Conquest. Per Bollati Boringhieri ha tradotto Lingua madre di Dean Falk.
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