lunedì 12 dicembre 2011

La costruzione del Grande Spazio europeo nella storia

Paolo Grossi: Universalismo e particolarismo nel diritto, Editoriale Scientifica

Alle radici dello jus europeo
Gennaro Sangiuliano Domenicale 11 dicembre 2011

L'Europa è un'entità fragile, e non solo perché attraversa una delle più dure crisi economiche della sua storia, lo è soprattutto per la sua gracilità giuridica, riflesso di una costruzione politica ancora incerta, partita da grande premesse ideali ma non ancora approdata a una sovranità piena che significherebbe un diritto unitario forte, ancorato ai diritti e alle libertà individuali. In altre parole, quello jus publicum europaeum, ben descritto da Carl Schmitt nel Nomos della terra, come «diritto interstatale», che delimita «l'ordinamento spaziale della respublica cristiana medievale», non ha avuto quella modernizzazione evolutiva che necessitava come base della costruzione europea. La sovranità la si esercita attraverso il diritto, perché essa costituisce un complesso di ordinamenti politico giuridici che sono posti alla base dell'esercizio di un comando su una popolazione.
La costruzione progressiva di questo percorso fu chiara già nell'uscita dal Medioevo quando autori come l'olandese Huig van Groot (italianizzato Grozio, 1588-1645) proposero una nuova antropologia giuridica, basata sul rispetto della sfera individuale degli uomini, il «proprium di ognuno» che all'epoca significava diritti di libertà e proprietà. Ma è il contemporaneo Hobbes (1588-1679) a definire meglio di altri, attraverso il Leviatano, la nascita dello jus publicum, inteso come rinuncia da parte dei singoli di una parte dei diritti che hanno in natura per costruire l'ordine sociale...

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