lunedì 12 dicembre 2011

La filosofia del diritto riletta alla luce di Deleuze

Laurent De Sutter: Deleuze e la pratica del diritto, Ombre Corte, Verona 2011

La filosofia di Gilles Deleuze si è sviluppata in un continuo confronto con il fuori, con l'altro da sé che di volta in volta ha assunto i tratti del cinema, della psicoanalisi, della scienza, della politica, della letteratura. Più sotterranea è invece la sua relazione con il diritto, portata sapientemente alla luce da questo lavoro di Laurent de Sutter. L'ipotesi è quella che dall'opera deleuziana emerga una vera e propria filosofia del diritto, in cui alla giurisprudenza viene affidato il ruolo di dispositivo di collegamento fra diritto e filosofia. "La giurisprudenza - dice Deleuze - è la filosofia del diritto, e procede per singolarità, prolungamenti di singolarità". La sua caratteristica è quella di stabilire rapporti innovativi sulla base dell'autonomia dei soggetti e del loro agire pratico. E una operazione "disgiuntiva" che smonta la logica "congiuntiva" della legge, il trascendentale al quale vanno in anticipo riferite e ricondotte le azioni. In un'epoca come la nostra, segnata dalla crisi degli ordinamenti, della legge, delle sue fonti, la prospettiva elaborata da Deleuze fornisce strumenti indispensabili per ripensare il diritto, considerandolo non come una mera codificazione di norme e sanzioni sancite dal potere sovrano, ma come una pratica di invenzione, di associazione, di costruzione di relazioni.
FUORI CONTROLLO
Il diritto come strumento del potere costituito. È stato questo il leit motiv che ha accompagnato la critica al suo ruolo nella modernità. Recentemente si sono fatte però strada riflessioni dove la produzione delle norme può essere liberata del suo carattere oppressivo della realtà sociale. Un percorso di lettura a partire dal volume di Laurent de Sutter «Deleuze e la pratica del diritto»
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