venerdì 13 gennaio 2012
Ripubblicato "Postdemocrazia" di Colin Crouch
C. Crouch: Postdemocrazia, Laterza, Roma-Bari 2003, 2012 pp. 148, ISBN 88-420-7106-4
La partecipazione attiva al dibattito politico è la caratteristica fondamentale di una società democratica. In questi primi anni del XXI secolo assistiamo invece a una crescente passività dei cittadini occidentali. Finite le elezioni, trasformate in uno spettacolo saldamente controllato da gruppi rivali di professionisti esperti nelle tecniche di persuasione, la politica viene poi decisa in privato dallo scambio di favori tra i governi eletti e le lobbies che rappresentanto in forme sempre più marcate gli interessi economici. E, in una società in cui la democrazia rappresentativa sembra al tramonto, la gente vive la politica come un corpo estraneo, lontano, inafferrabile.
Le irriverenti tesi di Colin Crouch
il Manifesto 13 Gennaio 2012
Colin Crouch è uno studioso con un profilo atipico per l'Italia. Intreccia sempre teoria politica con storia del pensiero economico, facendo spesso incursioni nel «campo sociologico». Il suo scritto più recente è «Postdemocrazia» (Laterza) nel quale tratteggiava il consolidamento di sistemi politici segnati da una predominanza dalla «amministrazione delle cose» che rispondevano agli imperativi dell'economia capitalista. È di questi giorni l'uscita di un nuovo volume, ideale continuazione del precedente, sempre pubblicato dalla casa editrice Laterza. Il titolo - «Il potere dei giganti» - è riassuntivo di alcune tendenze presenti in Europa e Stati Uniti. La tesi dello studioso inglese è che la crisi economica globale, più che mettere in all'angolo le politiche neoliberiste, ha consolidato una forma di potere basato sulla centralità delle grandi imprese transnazionali, che plasmano ormai in forma compiuta la formazione della decisione politica. Dunque, la denuncia della sempre più evidente contraddizione, se non antinomia tra democrazia politica e neoliberismo.
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