“Israele non si suiciderà, abbiamo il diritto di fermare le centrali iraniane” Da Louis Beres ad Asa Kasher, a colloquio con i cervelli dell’attacco preventivo
Sta per scoppiare la guerra fra Iran e Israele, bombarderemo i siti iraniani prima del previsto, le sirene ci sveglieranno di prima mattina e il comando interno ci dirà come entrare nei rifugi. Il resto sarà storia”. Così Sever Plocker, vicedirettore del maggiore giornale israeliano, Yedioth Ahronoth, lancia l’allarme sul countdown, il conto alla rovescia verso la resa dei conti fra lo stato ebraico e la Repubblica islamica dell’Iran. Sullo strike è al lavoro un ristretto gruppo di cervelli attorno al primo ministro Benjamin Netanyahu. Accanto a “Mefistofele”, come malignamente su Haaretz è stato definito Amos Gilad, c’è Uzi Arad, dirigente di spicco del Mossad e figlio di un leader sionista imprigionato dai fascisti romeni di Antonescu. E poi Yaakov Amidror, il primo generale con la kippa dei religiosi, e l’analista militare Yoaz Handel, che ha appena pubblicato il report “Iran’s nukes and Israel’s dilemma”...
Mañana. La guerra fantasma d’Israele
Così il Mossad di Meir Dagan ha ritardato i piani atomici di Teheran. Ma potrà Gerusalemme evitare lo strike? Storia di un conflitto invisibile
© - FOGLIO QUOTIDIANO di Giulio Meotti 11 febbraio 2012 - ore 10:30
Countdown, storia preventiva dello strike
In Israele si è iniziato il conto alla rovescia contro l’atomica di Teheran. La decisione pesa sulle spalle (e sulla metafisica personale) di Netanyahu
© - FOGLIO QUOTIDIANO di Giulio Meotti 4 febbraio 2012 - ore 06:59
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