mercoledì 30 maggio 2012
La storia del barone von Ungern-Sternberg
Vladimir Pozner: Il barone sanguinario, traduzione di Lorenza Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco, Adelphi (pp. 320, euro 22).
Scheda editoriale
Quando accetta la proposta di Blaise Cendrars di scrivere un libro per
la sua collana di biografie di avventurieri, e sceglie – in modo
apparentemente incongruo per un comunista militante – di occuparsi del
barone von Ungern-Sternberg, Vladimir Pozner non immagina certo che
questa volta non gli basterà consultare (come aveva fatto per Tolstoj è morto)
una mole immensa di documenti, ma che gli toccherà condurre un'ardua
inchiesta, nel corso della quale imboccherà, per poi abbandonarle,
una quantità di false piste e si imbatterà in testimoni più o meno
inattendibili: dall’ex colonnello di Ungern ridotto a fare il tassista
alla coppia di decrepiti aristocratici parigini che hanno conosciuto il
barone in fasce (e che di quel paffuto bebè gli manderanno una foto),
sino a «fratello Vahindra», il sedicente monaco buddhista che spaccia
per il figlio segreto dello stesso Ungern il pallido adolescente dai
tratti asiatici con il quale vive in una squallida mansarda... A poco a
poco, però, il narratore riesce ad afferrare il suo eroe, e ce ne
svela gli aspetti più inquietanti e contraddittori (nonché
ambiguamente seducenti): solitario, taciturno, imprevedibile,
irascibile, sadico, paranoide, ferocemente antisemita, superstizioso,
misogino, frugale, idealista, marziale, il barone Ungern ha tendenze
mistiche, si considera erede di Gengis Khan e si crede investito di una
missione provvidenziale – quella di riconquistare l'Occidente partendo
dal cuore della Mongolia. Solo uno scrittore fuori dal comune come
Pozner poteva ricomporre il puzzle di una personalità tanto complessa, e
seguire il barone sanguinario nella sua folle cavalcata dal Golfo di
Finlandia al deserto del Gobi, fino al suo tragico epilogo, in una
ricostruzione storica che è insieme un singolarissimo romanzo di
avventure.
Uno straordinario romanzo biografico rievoca le imprese del barone von Ungern-sternberg Folle, sanguinario e idealista, sognava un immenso impero come quello delle orde mongole
26 mag 2012 Libero SIMONE PALIAGA
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