mercoledì 27 giugno 2012

Partire da Muraro per finire a Glucksmann e fare rivoltare Antonio Gramsci nella tomba

La forza dell’uomo

Che mondo sarà il nostro? Un pamphlet di Luisa Muraro
Il nuovo potere immenso, astratto e invisibile che esercitano finanza e informazione
delegittima la politica e la vita Ma l’umanità deve resistere, affermandosi contro ciò che lo nega

di Enrico Palandri  l’Unità 27.6.12 da Segnalazioni


IL PAMPHLET DI LUISA MURARO DIO È VIOLENTO (NOTTETEMPO, 6 EURO, PP. 75) SI INNESTA SU DIVERSI LINEE DI PENSIERO. LA PIÙ ARCAICA E PROFONDA È QUELLA BIBLICA. La violenza di Dio, da Gomorra a Giobbe a qualunque evento naturale che distrugga umani, animali, natura, rischia di inaridirsi in autocommiserazione se non trova la forza di chi è stato plasmato dall’amore femminile che ci ha cresciuto. Come ritrovare questa forza? Osserviamo la violenza attraverso Marx: il capitale estrae valore dalla vita, lo monetarizza, lo astrae. Il comunismo è fallito perché, come diceva Glucksmann, nel mito rivoluzionario si abolisce il problema delle origini. Non è possibile sostituire a tradizioni spirituali il materialismo storico, o ci si ritrovano file di contadini nella piazza rossa a venerare la salma di Lenin o in piazza Tien En Men per vedere Mao Dze Dong. Quello che viene prima non viene mai solo superato, si trasforma e resta con noi, che sia il potere feudale, le lotte di religione, lo scisma o qualunque altro momento nella storia dei popoli e delle persone. Ma la critica al capitalismo resta al centro del nostro mondo, anche dopo il crollo del comunismo: più ancora che nell’epoca industriale, che sta passando alle nostre spalle, la crescita esponenziale della astrazione del valore dalla vita, la sua monetarizzazione e finale opposizione alla vita concreta ci mette di fronte a un quadro che nessuno governa: tramontano le forme partecipative della politiche (quelle democratiche e quelle dittatoriali) che hanno caratterizzato il novecento, ed emerge un nuovo potere che si esercita congiuntamente attraverso finanza e informazione. Murdoch e Berlusconi, ma anche Repubblica o il Corriere, tutti i media e le banche divengono i luoghi in cui convergono informazioni e denaro. Il potere è nel flusso di queste astrazioni, soldi e notizie. Non le cose e noi, amanti e viventi, ma notizie delle cose, di noi, e rappresentazioni simboliche delle relazioni sociali. Questo flusso delegittima la politica, e alla fine la vita stessa.
In questo territorio il comando non è esercitato da un imperatore come quello cinese o romano posto al centro della società, ma dall’astrazione. Un potere immenso, e astratto, invisibile. Tutti noi versiamo costantemente il denaro che guadagnamo nelle banche, compriamo anche al dettaglio attraverso ordini che trasferiscono crediti che abbiamo con istituzioni, se possiamo risparmiamo, investiamo cioè parte del valore del nostro lavoro nel futuro attraverso le banche, ma questo denaro dalla concretezza della relazione che ha mediato (ti ho aggiustato il rubinetto e mi dai quindi 250 euro) entra subito in un flusso di denaro astratto che assume immediatamente una identità indipendente, il valore risucchiato dalle vite concrete e trasformato in spread e pensioni, nel valore di una casa, nell’acquisto di un paio di scarpe o nel fallimento del bilancio economico di una nazione.
Il territorio di questo impero è il pianeta intero, e al suo interno le corporazioni si muovono come le aristocrazie o gli ordini religiosi nel medioevo, in modo transnazionale,delegittimando costantemente la politica (sono osservazioni consone a quelle di Negri e Hardt nel libro forse più influente degli ultimi anni, Impero). Murdoch ha chiesto a John Major di cambiare politica in Europa, a Blair di sbrigarsi con la guerra in Iraq. Sua moglie secondo alcune voci nella rete potrebbe essere una spia cinese, notizia che anche se si rivelasse falsa mostra dove si è spostato il potere. Ma Murdoch potrebbe anche non esistere, le forze del mercato agirebbero per lui. I giornali, le televisioni, o semplicemente i nodi di raccolta e diffusione di informazioni, divengono a prescindere da Berlusconi e Murdoch il luogo che si sostituisce un poco alla volta alla politica, la spinge ai margini. Grandi agglomerati di folle disomogenee che si riconoscono in nome delle idee, ma che hanno un committente e un pubblico, non cittadini che ne sono il senso costitutivo. Nodi attraversati da informazioni private e pubbliche, un unico flusso che tende sempre più all’astrazione, a togliere tempo e valore dalla vita per spostarla in luoghi digitali, astratti, che si spostano da Tokyo Buenos Aires in un istante, fanno fallire oggi la Grecia e domani se credono la Germania, dove raccontiamo dei nostri amori e versiamo lo stipendio, per poi magari vedere apparire improvvise risorse e opportunità in un’altra parte del pianeta.
Che mondo è, e che mondo sarà questo? La risposta più radicale allastrazione è quella di amarci gli uni con gli altri, già raccomandata da San Paolo. Non per un generico buonismo, ma perché oppone l’amare e l’amarsi concreto, l’essere presente gli uni di fronte agli altri, all’astrazione e monetarizzazione. La forza umana alla violenza del potere. Così resistono gli umani da sempre alla violenza dell’imperatore, affermandosi contro ciò che li nega e li nasconde.

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