PREMIO NOBEL PER LE SCIENZE ECONOMICHE 2012 AGLI AMERICANI LLOYD
SHAPLEY, 89, PROFESSORE EMERITO DELLA UNIVERSITY OF CALIFORNIA DI LOS
ANGELES, E ALVIN ROTH, 61 ANNI, PROFESSORE DELLA HARVARD UNIVERSITY DI
CAMBRIDGE, MASSACHUSETTS. I due hanno ottenuto il premio «per la teoria
delle allocazioni stabili e la pratica della progettazione del mercato».
Tradotto dal gergo tecnico significa che il primo, Lloyd Shapley, ha
contribuito, già a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, a elaborare
teorie economiche per spiegare meccanismi di scambio fuori dal mercato.
E il secondo, Alvin Roth, per aver applicato, a partire dagli anni ’80,
quelle teorie a problemi pratici. Entrambi hanno utilizzato molta
matematica.
In realtà sono molti decenni che gli economisti cercano
di trasformare la loro disciplina in una scienza fortemente
matematizzata. Cosicché spesso un premio Nobel per l’economia potrebbe
trasformarsi in una Medaglia Fields per la matematica. E viceversa. Non a
caso grandi matematici da von Neumann a Nash hanno elaborato teorie
economiche e molti economisti uno fra tutti, Keynes erano matematici.
UN SISTEMA DINAMICO
Un’idea
centrale nelle teorie economiche fortemente matematizzate è che il
mercato sia una sorta di grande piazza in continua trasformazione, un
sistema dinamico, dove agiscono persone che hanno sempre presente il
loro interesse (economico) e cercano di massimizzarlo. Sulla base di
questo assunto, i cui presupposti risalgono al pensiero di Adam Smith,
nel corso del tempo sono stati elaborate teorie economiche fondate su
veri e propri teoremi. Tuttavia, si chiese Lloyd Shapley alla fine degli
anni ’50, non tutto al mondo è (o dovrebbe essere) mercato. Per esempio
è possibile spiegare con un algoritmo il modo migliore e più efficace
per far sposare dieci donne con dieci uomini? In questo caso si tratta
di allocazioni stabili: fatta la scelta, essa resta (meno di divorzi).
Il problema delle «allocazioni stabili» fu risolto, in via matematica,
da Lloyd Shapley e da David Gale con un algoritmo: l’algoritmo
Gale-Shapley. Naturalmente (e fortunatamente) femmine e maschi per
sposarsi non seguono non sempre, almeno le vie (considerate ottimali
dagli economisti) dell’interesse della matematica, ma le vie più
inafferrabili (e anche più piacevoli) dell’amore e della passione.
Cosicché
l’algoritmo di Gale-Shapley restò a lungo inapplicato. Fino a quando
Alvin Roth non pensò di applicarlo a problemi reali, dove l’interesse
(non economico) ha comunque la preminenza rispetto alla passione. Per
esempio l’allocazione dei giovani medici negli ospedali. Come far
incontrare, nel modo più favorevole possibile per entrambi, ospedali e
medici? O, anche, reni da trapiantare con pazienti che attendono il
trapianto? Nessuno di questi problemi può essere risolto sulla base
delle leggi di mercato.
Ma non per questo è saggio lasciarle al caso o
all’egemonia di uno dei contraenti o alle raccomandazioni all’italiana.
Soluzioni molto buone, sostenne e provò Alvin Roth, possono essere
trovate con l’algoritmo di Gale-Shapley. La cosa ha funzionato talmente
bene, negli Stati Uniti almeno, da meritare un Nobel.
Resta la
domanda di fondo. È la matematica il risolutore dei problemi economici,
sia nella dinamica di mercato che in condizioni di stabilità come quelle
studiate dai due nuovi laureati a Stoccolma? Nessun dubbio che la
matematica aiuti. Ma anche nessuna illusione. I nostri problemi
economici vengono dalla politica. Una politica che, ovviamente, tiene
conto dello sviluppo dell’economia matematizzata. Ma anche del fatto che
gli uomini non sono solo gli omologhi «agenti razionali» che popolano
le teorie economiche. Gli uomini sono portatori di diversità e di una
ben più profonda razionalità, che tiene in conto anche altri interessi
(da quelli estetici a quelli sociali a quelli ideali) che vanno ben
oltre il mero interesse economico. Non sempre, per fortuna, questi
interessi altri sono completamente riducibili ad algoritmi. Confinabili
in modelli generali.
LA STAMPA del 16/10/2012
LA STAMPA del 16/10/2012
LA REPUBBLICA del 16/10/2012
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