lunedì 26 novembre 2012
Una nuova replica di Gianni Vattimo
Polemica: Vattimo risponde a De Caro
Il “nuovo” realismo? Operazione di marketing
di Gianni Vattimo
La Stampa 25.11.12
Il
mio articolo sul «(nuovo?) realismo» pubblicato il 22 novembre scorso è
apparso erroneamente come una recensione alla raccolta Bentornata
realtà curata da Ferraris e De Caro. L’avevo scritto prima di vedere il
libro, e al puro scopo di «attualizzarlo», ho aggiunto imprudentemente
una parentesi richiamando il titolo del volume, per cui De Caro si è
sentito legittimato a discuterlo appunto come una recensione.
Non
intendevo né intendo recensire l’antologia di Ferraris-De Caro perché
non vedo nulla di nuovo negli scritti in essa riuniti. Alcuni degli
autori (penso a Eco per esempio, ma anche a Putnam) dicono
esplicitamente che le posizioni espresse nei loro testi sono già note da
anni attraverso altre opere. Il «realismo negativo» di Eco mi risulta
formulato per la prima volta in pubblico in occasione di una serie di
lezioni da me tenute, proprio su suo invito, all’Università di Bologna
alla fine degli Anni 90, e poi in un dibattito a cui partecipò Gadamer.
Il «nuovo» realismo non è tanto nuovo, e il volume non spiega perché lo
dovremmo considerare tale.
Così, «l’immensa discussione
internazionale sul realismo» a cui De Caro immodestamente si annette,
non è una discussione sul «neo» realismo che «ritorna»; è una
discussione che risale ai Greci, tanto che non si vede perché Ferraris e
De Caro non abbiano incluso anche qualche testo dello Stagirita o di
San Tommaso. Il «nuovo» realismo appare qui solo per quel che è: una
riuscita operazione di marketing, a cui viene fatta servire anche la mia
pseudo recensione; e che ha certo la sua legittimità e utilità, ma non
aggiunge nulla al dibattito filosofico.
Quanto al diritto naturale e
ai semafori, De Caro svela molto ingenuamente la sua fede assolutista:
se non c’è un fondamento assoluto (divino? scientifico?) e c’è «solo»
convenzione (signora mia, caro Arbasino!), allora si potrebbe
giustificare l’uxoricidio. Già, ma il rosso del semaforo è appunto
convenzione, e non si vede perché De Caro lo rispetti. Attenzione, non
salire in auto con lui, nemmeno nel campus della sua Tufts University!
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