domenica 10 marzo 2013
Crisi globale o crisi dell'Occidente?
Perché si può anche essere ottimisti
Nel decennio, l’economia del mondo crescerà del 4,1% l’anno Mai così forte
di Danilo Taino Corriere 10.3.13
Un paio di giorni fa, l'economista Jim O'Neil ha stupito un gruppo di
manager italiani che partecipavano a un incontro della European House
Ambrosetti a Cernobbio. Arrivato in uno dei Paesi con il più alto tasso
di cattivo umore d'Europa, ha sostenuto che la O-word esiste ancora. Che
basta alzare lo sguardo per resuscitare la parola Ottimismo. Di base,
l'inventore del termine Bric (Brasile, Russia, India, Cina) sostiene che
nel decennio in corso il Prodotto interno lordo (Pil) mondiale salirà
in media del 4,1% l'anno. Sarebbe un risultato straordinario: negli anni
Ottanta e Novanta la media era stata del 3,3%, nei primi dieci anni di
questo secolo del 3,5%. Significa che l'onda dell'economia è e sarà
alta: chi saprà starci sopra avrà opportunità addirittura maggiori che
in passato.
O'Neil — che è presidente di Goldman Sachs Asset Management — sostiene
però che per leggere il mondo d'oggi serve avere il punto di vista
giusto. Un suo cavallo di battaglia (ripreso alla Camera dei Comuni
anche dal primo ministro britannico David Cameron) è che la Cina
realizza un'economia pari a quella della Grecia ogni 11 settimane e
mezzo. Il Pil greco, infatti, è pari a 300 miliardi di dollari e
l'economia cinese nel 2011 è cresciuta di 1.370 miliardi di dollari.
Ancor più impressionante: la Cina aggiunge alla sua economia un'Italia —
il cui Pil è di circa 2.200 miliardi di dollari — ogni anno e sette
mesi. Se invece si considerano tutti e quattro i Paesi Bric, ogni anno
viene creata più di un'economia italiana (il loro Pil aggregato è
cresciuto nel 2011 di 2.280 miliardi di dollari). Questo per dire come
sia ormai cambiata la dinamica mondiale. Il baricentro è nei Paesi
emergenti, soprattutto asiatici, tanto che O'Neil sostiene di essere più
interessato all'andamento del mercato immobiliare cinese che al
dibattito sui tagli del bilancio degli Stati Uniti.
L'economista di Manchester calcola che tra il 2011 e il 2020 il Pil
della sola Cina crescerà (senza considerare l'inflazione) di più o meno
ottomila miliardi di dollari: non solo ben più del doppio di quanto
crescerà quello degli Stati Uniti (circa 3.700 miliardi) ma anche più di
quello dei Paesi del G7 sommati (5.500 miliardi). Nel decennio, i
quattro Bric aggiungeranno alle loro economie un Pil pari a 12 mila
miliardi di dollari. E i Paesi che O'Neil chiama i Growth Eight (Cina,
India, Russia, Brasile, Indonesia, Turchia, Corea del Sud, Messico)
cresceranno di 15 mila miliardi di dollari.
È tutto un altro mondo, rispetto a quello che abbiamo vissuto finora. Si
tratta di previsioni che possono essere lette come la condanna
dell'Occidente a un declino relativo. Ma anche come la possibilità di
inserirsi in un'onda lunga creatrice di ricchezza. Ma occorrerà essere
flessibili, aperti, liberi di innovare e produrre. Se piace la O-word.
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