"Mussolini censore": la stretta del fascismo sull'editoria italiana
martedì 12 marzo 2013
Mussolini e l'uso della censura
Risvolto
«Prima di Benito Mussolini, nessun capo del governo italiano dedicò una
simile attenzione alla produzione editoriale del proprio paese. Il Duce,
forse per abitudine professionale da esperto redattore qual era, forse
per appagare le sue ambizioni d’intellettuale autodidatta, lo fece
costantemente, durante l’intero Ventennio. In questo modo, divenne una
sorta di primo censore dell’editoria italiana.»
Il progetto fascista si proponeva di plasmare le opere e la volontà
degli scrittori italiani. Dalla soppressione dell’opposizione liberale e
socialista alla collaborazione più o meno genuina di sedicenti
scrittori fascisti, dai rapporti con il Vaticano all’emergere delle
politiche antisemite, il libro propone un viaggio originale nel
Ventennio attraverso vicende spesso dimenticate della censura libraria.
Al centro di ogni capitolo uno scrittore, un editore famoso o una storia
particolarmente significativa: dal fascismo della ‘seconda ora’ di
Brancati agli entusiasmi strumentali di Mondadori; dalla rabbiosa
censura contro Sambadù, amore negro di Maria Volpi agli
equilibrismi di Bompiani; dalle autocensure di Margherita Sarfatti alla
barbarie delle leggi razziali. I concreti atti di protesta di personaggi
come Piero Gobetti, Roberto Bracco e Benedetto Croce risaltano ancor
maggiormente perché appaiono come picchi isolati in una distesa di
piatto conformismo e di compromessi opportunistici.
LA REPUBBLICA del 11/3/2013
IL PRIMO CENSORE (FIORI SIMONETTA) a pag. 50/51
"Mussolini censore": la stretta del fascismo sull'editoria italiana
"Mussolini censore": la stretta del fascismo sull'editoria italiana
di Giorgio Fontana Domenicale 24 aprile 2013
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