domenica 17 marzo 2013
Una nuova edizione per Fichte
La lettura di Bettetini mi pare a sua volta forzata; non credo che Fusaro proponga un ritorno al fichtismo, che è stato semmai l'atteggiamento ampiamente prevalente nella sinistra politica e la causa di non pochi guai [SGA].
Johan Gottlieb Fichte: La missione del dotto, a cura di D. Fusaro, Bompiani
Risvolto
Frutto di cinque lezioni tenute a
Jena nel 1794, "La missione del dotto" di Fichte è la più straordinaria
descrizione moderna del ruolo dell'intellettuale, nella forma di un
impegno condotto universalisticamente in rapporto diretto con l'idea di
umanità e di emancipazione del genere umano tramite la prassi
trasformatrice, secondo l'ininterrotto sforzo sociale orientato alla
coincidenza tra Io e nonIo: ossia tra l'umanità pensata come un unico
soggetto agente (Io) e le sue concrete oggettivazioni sociali, politiche
e storiche (nonIo). Secondo un coerente sviluppo, sul piano sociale e
politico, dei princìpi della "dottrina della scienza", il dotto della
torre d'avorio, come mero tesaurizzatore del sapere, cede con Fichte il
passo all'intellettuale come uomo che pensa e opera nella e per la
società. Si perviene, così, al grande tema che attraversa l'opera
fichtiana: la destinazione dell'uomo coincide con l'ininterrotto sforzo
asintotico di raggiungimento della perfetta armonia con se stesso, ossia
con il processo di razionalizzazione dell'esistente e di corrispondenza
del genere umano con le proprie potenzialità ontologiche.
Maria Bettetini Domenicale 17 marzo 2013
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