lunedì 17 giugno 2013
Filosofia per signora
Risvolto
«I pensatori del passato hanno dedicato buona
parte delle proprie energie intellettuali a
parlare di sentimenti, passioni, emozioni o affetti,
per citare solo alcune delle voci cui è stato
ricondotto, in un modo o nell'altro, l'amore.
Cosí facendo hanno conferito senza dubbio
all'argomento un'importanza filosofica;
tuttavia, non è chiaro quanta ne avrebbe meritata.
Perché l'amore è molto di piú di un argomento
filosofico all'altezza delle questioni
piú importanti: in fondo, in poche parole, è
ciò che rende possibile la filosofia stessa. [...]
Dal fatto che l'amore sia condizione di possibilità
del pensare stesso si deduce che lo sia
anche di chi pensa, ovvero della sua esistenza.
[...] Esisterebbe, pertanto, un senso piú vasto
in cui sarebbe del tutto legittimo introdurre
una correzione ai classici termini del cogito
cartesiano, riformulandolo come amo, dunque
sono. Io amo prima di essere, perché sono
solo in quanto sperimento l'amore. L'amore
mi costituisce e, ancor di piú, mi costituisce
in quanto essere umano. In fondo, questa affermazione
si limita a completare la tesi pluralista
proposta in precedenza: non è soltanto
la meraviglia a dare origine al pensiero, e
non è la ragione, il logos, a definire in esclusiva
l'essere umano».
L'idea dell'amore, presente nel discorso filosofico fin dalle origini, si è
evoluta adattandosi ai contesti storici e sociali, assumendo diverse forme
e funzioni, senza perdere mai il proprio ruolo di primo piano nella sfera
dei condizionamenti culturali. Ma come si legano queste forme dell'idea
dell'amore all'esperienza amorosa? Come hanno amato i filosofi che riflettono
sull'amore?
Manuel Cruz ricostruisce le vicende esistenziali di alcune grandi figure
della storia del pensiero, di cui è noto non solo l'interesse verso l'amore
in quanto tema, ma anche il coinvolgimento personale nelle relazioni
amorose. L'amore è percepito come l'esperienza universale per eccellenza.
Pur declinandosi in modi molto diversi, alcune sue caratteristiche sono,
per cosí dire, «costitutive»: le esperienze del desiderio, dell'innamoramento
e della passione rivelano, in tutte le epoche, la stessa forza dirompente,
totalizzante, irrazionale. Ma, al contempo, portano in sé i semi
dell'evanescenza e dell'ambiguità. Il che rende complesso parlarne, scriverne,
spiegare. Proprio per questo risulta particolarmente prezioso l'apporto
dei «pensatori di professione» presentati in questo libro.
Secondo la prospettiva di Cruz, l'idea che abbiamo oggi dell'amore contiene
dunque non solo il pensiero, ma il vissuto di chi ci ha preceduto: è
la somma dell'amore come fonte di energia, pensato da Platone; del senso
di colpa di cui soffriva sant'Agostino; della passione erotica esemplificata
da Abelardo ed Eloisa; dell'amore come necessità, presupposto da
Spinoza; dell'amore come impossibilità, vissuto da Nietzsche; degli esperimenti
di Sartre e Simone de Beauvoir; della fusione appassionata conosciuta
da Hannah Arendt; dell'amore come risultato di pratiche sociali,
messo in luce da Foucault.
Manuel Cruz dà conto di questa complessa eredità arrivando, in conclusione,
a denunciare le contraddizioni e le lacerazioni che caratterizzano il
sentimento amoroso nel mondo di oggi, cosí saturo di parole sull'amore.
Remo Bodei Domenicale 16 giugno 2013
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