lunedì 8 luglio 2013
Burocrazia
Burocrazia
La parola per metà greca che la polis non conosceva
di Luciano Canfora Corriere 8.7.13
La parola è un composto ibrido, metà francese (bureau) e metà greco
(kratein = esercitare il comando). Si possono avere verso la burocrazia
due atteggiamenti opposti: di disprezzo o di apprezzamento. Nel «Grand
Dictionnaire Universel du XIX siècle» (tomo II), capolavoro di Pierre
Larousse, la parola viene così definita e spiegata: «Influenza abusiva
del personale degli uffici nella amministrazione». E il primo esempio
addotto, tratto da uno scritto di De Gérando, è: «La burocrazia è il
dispotismo dell'inerzia». Al contrario, Gaetano Mosca, negli Elementi di
scienza politica (II ed. 1923), distingueva due modelli di
organizzazione statale: da una parte lo Stato feudale composto di
«piccoli aggregati sociali ognuno dei quali possiede tutti gli organi
necessari per bastare a se stesso», dall'altro lo Stato burocratico nel
quale «ad un avvenuto differenziamento di funzioni corrisponde il
costituirsi di classi di funzionari distinte e specializzate».
La polis greca non ebbe quasi affatto funzionari: ad Atene vi erano di
fatto soltanto gli «Undici», un corpo incaricato di eseguire le condanne
a morte. È nella repubblica imperiale romana che, in conseguenza del
costituirsi di una struttura imperiale-territoriale controllata da un
apparato via via sempre più articolato, nasce la burocrazia. Essa
raggiunge il vertice nell'età cosiddetta tardoantica, cioè da
Diocleziano in poi. E, se fu travolta nel crollo dell'Occidente,
vigoreggiò invece in Oriente, nell'Impero bizantino (la cui vita
millenaria non di rado imbarazza lo schematismo periodizzante degli
storici moderni).
Le monarchie assolute e il Primo impero francese furono daccapo il
teatro di grandi e non inefficaci burocrazie. Nella riflessione di Max
Weber, all'inizio del Novecento, la burocrazia è vista come un
fondamentale principio strutturale delle società moderne. Il che è
tuttora vero, nonostante ciclicamente ritornino le mode di tipo feudale
che inneggiano alle autonomie e vagheggiano uno Stato «leggero».
Il problema infatti non è se la burocrazia sia in sé un bene o un male.
Il problema è se sia stata adeguatamente educata all'onestà e alla
competenza (come era nella Germania guglielmina e anche a lungo dopo) o
se sia invece impreparata, arrogante, corrotta e invadente. Uno Stato
incapace di reclutare con oculatezza i suoi funzionari è destinato a
ripiombare nel modello feudale: per esempio, in Italia, a convivere con
il para-Stato costituito dal pervasivo e concorrente potere delle mafie.
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