martedì 15 ottobre 2013

La questione nazionale nella cultura italiana dell'età moderna

Scipione Guarracino: L’Italia disunita. Idee e giudizi da Dante a Gramsci, Bruno Mondadori, pagine 164, € 16

Risvolto
Fra il 1440 e il 1490 in Francia, Spagna e Inghilterra si costituirono i casi esemplari di ciò che gli storici chiamano comunemente "monarchie nazionali" o "stati nazionali". In Italia, al contrario, a metà Quattrocento le condizioni per l'unificazione politica, pur ammesso che in qualche momento fossero in precedenza esistite, erano del tutto venute meno. Dal 1494 l'Italia divenne un oggetto della politica internazionale, contesa fra le grandi potenze europee; di unificazione nazionale e indipendenza politica si ricommciò a parlare solo tre secoli dopo. Quali sono le ragioni di questa diversità italiana rispetto all'Europa occidentale, che impongono di risalire anche più indietro delle vicende del XV secolo? Il libro lascia la parola a letterati, politici e storici, da Dante e Petrarca a Machiavelli e Guicciardini, fino a Cattaneo, Mazzini e Gramsci, che, in diversi momenti cruciali per la storia del paese, hanno riflettuto sulle ragioni che facevano rimanere l'Italia disunita, la tenevano discorde e la abbandonavano a dominazioni straniere. 



Pregi e difetti del nostro carattere nazionale dal Rinascimento in poi

Antonio Carioti La Lettura

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