lunedì 28 ottobre 2013

Tradotto il corso del 1929 di Ortega y Gasset su "Che cos'è la filosofia"

Che cos'è la filosofia?José Ortega y Gasset: Che cos'è la filosofia?, a cura di Armando Savignano, Mimesis, pagg. 200, euro 16

Risvolto
Il celebre corso, Che cos’è la filosofia? (1929) – svolto in un teatro a causa delle contestazioni studentesche alle quali partecipò anche Ortega – costituisce il manifesto della ragione vitale e storica in dialogo con Dilthey, Husserl e soprattutto Heidegger. L’occupazione filosofica, di indole rigorosamente teoretica, non è priva di audacia ed é caratterizzata da una dimensione ludico-sportiva, a cui si dedicano gli uomini liberi; perciò essa è un’attività superflua dell’uomo ‘nobile’ che nondimeno la giudica indispensabile per vivere una vita qualitativamente umana ed all’altezza del tempo.



José Ortega y Gasset (1883-1955) è stato uno tra i più influenti filosofi spagnoli dell’età contemporanea. Nonostante il noto stile colloquiale e la sua intensa attività di giornalista, il pensiero di Ortega y Gasset si è distinto nel panorama internazionale per la densità concettuale e la profondità di indagine. Considerato per certi aspetti esponente o anticipatore della corrente esistenzialista, nel corso dello sviluppo delle proprie posizioni l’autore ha abbracciato il prospettivismo di stampo nietzscheano ma anche un certo storicismo. La sua opera più conosciuta è La ribellione delle masse, risalente al 1930. 

Armando Savignano, docente all’Università di Trieste, ha dedicato numerosi saggi all’ispanismo filosofico. Tra i libri più recenti: Introduzione a Ortega Y Gasset, Bari 1996; Introduzione a Unamuno, Bari 2001; Maria Zambrano. La ragione poetica, Genova-Milano 2004; Panorama della filosofia spagnola del Novecento, Genova-Milano 2005; Don Chisciotte. Illusione e realtà, 2006; Il vincolo degli anniversari. Saggi di filosofia spagnola contemporanea, Caserta 2009.



A lezione di pensiero con Ortega y Gasset

di Francesca Bolino Repubblica 27.10.13

Inquadrata nell’orizzonte delle preoccupazioni e dei problemi degli anni Trenta, l’opera Qué es filosofìa evidenzia le ragioni per cui l’uomo non può fare a meno della metafisica: «Ho sempre creduto che la chiarezza costituisce la cortesia del filosofo e che inoltre questa nostra disciplina sia di lustro, oggi più che mai, nell’essere aperta e permeabile a tutte le menti, a differenza delle scienze particolari che ogni giorno, col massimo rigore, interpongono, tra il tesoro delle loro scoperte e la curiosità dei profani, il drago terribile della loro terminologia ermetica» scrive Ortega nel 1929. Per l’intellighenzia europea si stava infatti dischiudendo una nuova era dopo l’apogeo del positivismo e il progressivo abbandono di certe concezioni irrazionalistiche della storia. Per Ortega «la conoscenza fisica è meramente simbolica rispetto alla filosofia». Questo celebre corso rappresenta il manifesto della ragione vitale e storica in dialogo con Dilthey e soprattutto Heidegger. Non dimentichiamolo: l’occupazione filosofica è un’attività superflua dell’uomo “nobile” che nondimeno la giudica indispensabile per vivere una vita qualitativamente umana...

Nessun commento: