giovedì 21 novembre 2013
Tolkien: un'operazione natalizia o un semplice falso?
John R. R. Tolkien: La caduta di Artù. Testo inglese a fronte, Bompiani
Selvaggi
cavalieri al galoppo, ruggire di tuoni, furia di marosi, nuvole che
attraversano minacciose i cieli. E uno scenario nordico, che evoca
antiche tradizioni leggendarie. Ma è anche lo sfondo di un poema inedito
di Tolkien, curato dal figlio Christopher, a cui il Maestro pose mano
pochi anni prima dello "Hobbit" ispirandosi alla celebre saga di Artù e
della Tavola Rotonda. Il mitico re diventa qui il cavaliere dell'ultima
resistenza all'invasione del male, l'epico difensore di un Occidente in
crisi. La sua è una "guerra al destino", incorniciata dai classici
leit-motiv della famosa leggenda, ma rivissuti secondo nuove
prospettive: l'amore tragico di Lancillotto, il fascino ambiguo di
Ginevra, il dramma di Artù, l'eroismo di Gawain, le passioni dei membri
della Tavola Rotonda. Ciò che Tolkien ci offre è in realtà non solo una
favola epica, ma la rappresentazione in chiave poetica delle vicende
eterne del pensiero: lo scontro fra Bene e Male, civiltà e barbarie,
ordine e caos, diritto e sovversione, dovere e opportunità, orgoglio e
percezione del limite. Postfazione di Gianfranco De Turris
168 19-11-2013 corriere della sera 30
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